Marche

«Sono passati 2 anni. Ristori? Chi li ha visti. Quando telefoniamo al numero verde in Regione non risponde nessuno»


PESARO Procedure burocratiche complicate, moduli su moduli da presentare e domande già inoltrate alla Regione Marche nella primavera 2024 per ottenere i rimborsi dell’alluvione del 16 maggio 2023, che ha colpito anche Pesaro e il suo entroterra. Passato oltre un anno, imprenditori e artigiani, attendono ancora di sapere se le loro pratiche sono state accettate insieme ai tempi di erogazione dei ristori. 

La lentezza burocratica


«Un iter davvero sudato – così Marco Bonaparte della Errebiplast, con sede in via Flaminia e magazzino in via Metauro – la domanda per ottenere i risarcimenti è stata fatta ad aprile 2024. Difficile per noi è stato dipanarci fra i requisiti del bando, uscito fra l’autunno e l’inverno del 2023. Proprio in questi giorni siamo tornati a contattare il nostro consulente ma per ora non c’è stata data risposta e non conosciamo lo stato di lavorazione della pratica. Quando il fosso è esondato, la merce che ci ha rovinato aveva un valore di oltre 40mila euro. La nostra speranza di recuperare qualcosa, che per noi imprese artigiane è già tanto, sta proprio nel bando regionale: dalla compagnia assicuratrice non è stato possibile ottenere risarcimento perché l’attività non aveva la clausola eventi catastrofali». Altra impresa che vai, stessa situazione che trovi: «A quanto ne so – riferisce Massimiliano Bernardi della Legatoria Adriatica di Cattabrighe – la pratica è ancora ferma in Regione. Nella domanda sono stati inseriti danni per circa 150 mila euro fra riparazioni di macchinari, attrezzature e spese per la pulizia del capannone.

Il bando prevedeva infatti che la domanda fosse corredata di perizia tecnica, delle spese vive sostenute oltre a quanto eventualmente ricevuto dalla propria assicurazione. Un meccanismo brigoso anche perché non sono stati dati tutti quei chiarimenti utili alla compilazione della domanda. Da gennaio poi il portale della Regione, dove presentare richiesta o integrare la documentazione, e mai più riaperto, quando invece in diversi hanno chiesto chiarimenti o integrazioni per un bando poco chiaro. E dalla Regione non rispondono nemmeno al numero assistenza pratiche alluvione».

Edilpieffe, 130mila euro di danni

In strada dell’Acquabona c’è la ditta Edilpieffe, che aveva subito oltre 130 mila euro di danni. «Attendiamo di incontrare il consulente a cui ho demandato il tutto – commenta uno dei soci, Luigi Paolini – non abbiamo ricevuto nulla ad oggi. Per fortuna in questo momento si sta lavorando davvero tanto». Ben diverso è il caso di una famiglia di Strada della Romagna, che aveva dovuto lasciare per diverso tempo la propria abitazione perché l’acqua e il fango avevano invaso il piano terra. Non hanno partecipato al bando perché avrebbe dovuto sostenere un costo importante per la sola valutazione dei danni. Resta però aperta una “partita” legale. «È stato dato mandato al nostro legale di fiducia – commentano ElenaElia e il marito Graziano – di inviare una pec a Consorzio di Bonifica e Regione, Enti competenti Consorzio di Bonifica sulla manutenzione di corsi d’acqua e canali. Per questo è stata allegata una valutazione di parte, sul rischio in caso di eventi meteo avversi, per chi vive in prossimità del fosso della Ranocchia».




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