Solstizio d’Estate 2025: perché è il giorno più lungo dell’anno e cosa succede | Il Fatto Quotidiano
Oggi il nostro emisfero, quello boreale, vive la sua giornata di massima esposizione alla luce solare. È il Solstizio d’Estate, il giorno che segna convenzionalmente l’inizio della stagione estiva dal punto di vista astronomico e che ci regala il maggior numero di ore di luce di tutto l’anno. Un evento che, al di là del calendario, ha un significato scientifico preciso e un fascino culturale che affonda le sue radici nella notte dei tempi.
Cosa succede nel cielo: la Scienza dietro il giorno più lungo
Tutto dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre. Il nostro pianeta non ruota “dritto”, ma è inclinato di circa 23,5 gradi rispetto al piano della sua orbita intorno al Sole. Questa inclinazione fa sì che, nel corso dell’anno, i raggi solari colpiscano la Terra con angolazioni diverse, determinando l’alternarsi delle stagioni. Nel giorno del Solstizio d’Estate, l’emisfero nord è inclinato il più possibile verso il Sole. Di conseguenza, il Sole raggiunge il punto più alto nel cielo di tutto l’anno (lo zenit) e la sua traiettoria apparente sopra l’orizzonte è la più lunga. Questo si traduce in più ore di luce e, ovviamente, nell’inizio del periodo più caldo. La parola stessa “solstizio” deriva dal latino sol (sole) e sistere (fermarsi, stare fermo). Questo perché, nei giorni che precedono e seguono questo momento, il Sole sembra “fermarsi” nel suo punto più settentrionale nel cielo, prima di iniziare la sua lenta “discesa” verso sud, che culminerà nel Solstizio d’Inverno a dicembre.
Un rito che attraversa i Millenni: da stonehenge ai falò
L’importanza di questo giorno non è sfuggita agli antichi. Molte civiltà preistoriche hanno costruito monumenti grandiosi allineati con la posizione del Sole durante i solstizi. L’esempio più celebre è Stonehenge, nel Regno Unito, dove all’alba del Solstizio d’Estate il Sole sorge in perfetta linea con la “Heel Stone”, la pietra principale del sito, illuminando il centro del cerchio di megaliti. Ma esempi simili si trovano in tutto il mondo, da Nabta Playa in Egitto a Chankillo in Perù, a testimonianza di un’osservazione astronomica attenta e di un profondo legame con i cicli naturali.
Il Solstizio d’Estate era un momento di celebrazione legato alla fertilità, all’abbondanza dei raccolti e al trionfo della luce sulle tenebre. Molte di queste tradizioni pagane sono poi confluite nelle feste cristiane. È il caso dei falò di San Giovanni Battista (la cui festa cade il 24 giugno, a ridosso del solstizio). I fuochi, accesi nella notte più breve dell’anno, avevano un significato purificatorio e propiziatorio, un rito per dare “forza” al Sole nel suo cammino e per allontanare gli spiriti maligni. Ancora oggi, in molte parti d’Europa, specialmente in Scandinavia e nei paesi nordici, la Festa di Mezza Estate (Midsummer) è una delle celebrazioni più sentite, con danze, canti e riunioni all’aperto per celebrare la natura nel suo momento di massima espressione. Che si scelga di partecipare a un rito antico o semplicemente di godersi qualche ora di luce in più, il Solstizio d’Estate rimane un potente promemoria del nostro posto nell’universo, un invito a celebrare la natura e il suo ritmo immutabile che, puntualmente, ci regala una nuova stagione. Buona estate.
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