Soldati di leva, le “elementari” si frequentano in caserma – Cronaca
Nella foto, lo sguardo severo della maestra Luciana Manna parla da solo: non sarà una passeggiata per i militari di leva accasermati a Merano arrivare a prendere la licenza elementare. Novembre 1956: l’Italia soffre ancora di una grave arretratezza culturale. Si calcola che più del 10 per cento della popolazione sia analfabeta. A questi vanno aggiunti i semi-analfabeti e chi non ha mai raggiunto la licenza elementare o media. E così le caserme si attrezzano per ricavare ore da dedicare alla formazione scolastica di base di quei soldati che non hanno avuto l’opportunità di sedere tra i banchi da bambini. «Sono stati inaugurati presso la caserma “Cesare Battisti” – riporta l’Alto Adige -, sede del 5° Reggimento Artiglieria, i corsi d’istruzione per i soldati in armi. Si tratta di corsi per analfabeti, o corsi medi e superiori, per allievi che non abbiano ultimato il percorso d’istruzione, oltre ad un corso di cultura generale (politica, geografia, storia e cultura religiosa). I primi corsi, quelli per ottenere la licenza elementare, vengono impartiti da maestri e maestre delle scuole meranesi; quelli di cultura generale sono tenuti invece da alcuni ufficiali designati dal comando di Reggimento. Analoghi corsi, per due ore al giorno, sono stati iniziati in tutte le altre caserme del presidio». Nel dopoguerra l’Esercito italiano diventò anche una scuola. Dal 1946 nelle caserme furono avviati i primi corsi di alfabetizzazione per i giovani di leva che non avevano conseguito la licenza elementare. L’iniziativa, poi regolamentata nel 1947, rispondeva a un’urgenza nazionale: migliaia di ragazzi, soprattutto dalle aree rurali, arrivavano alla chiamata alle armi senza istruzione di base. Il servizio militare divenne così un’occasione per colmare il divario educativo, offrendo ai coscritti la possibilità di ottenere il titolo minimo di studio e contribuendo alla lotta all’analfabetismo che caratterizzò l’Italia del dopoguerra.




