Sogno di fine estate | Cronache Fermane
di Giuseppe Fedeli *
Sogno di fine estate
C’è quella piccola fetta tra fine agosto e inizio settembre che fa il bilancio, e non viceversa. C’è chi andato in vacanza e chi no. Era gassosa quando eravamo giovani, la vacanza. Anzi, le vacanze. Allora, c’erano tutte le garanzie della polizza-vita. Eravamo belli, attillati. Ganzi, abbronzati. La dea ragione non si era ancora imposta d’autorità.
Si poteva fare di tutto, cazzeggiare in primis. Avevamo una vita davanti per sognare. Poi arriva la stagione della maturità: il lavoro, con la presa di consapevolezza della (anzi, delle) responsabilità. Al seguito la famiglia messa su a pane e sacrifici, si pensano vacanze diverse, approdando ad altre modalità di di-vertimento. Ora, prescindendo da quelle che sono le situazioni strettamente personali, e soprattutto dalla mentalità di ciascuno di noi, più si va avanti con gli anni, più la vacanza diventa, non tanto una necessità, ma ossequio al rito dell’estate. Ma la giovinezza è morta in un giro a tondo, prendendo a prestito da Montale. Hai voglia a dire: non si è mai contenti, si porta con sé il bagaglio degli accadimenti e delle inquietudini, che non possono essere purificati. Dove si sbarca (par di vedere un film di Monicelli…), al massimo le frustrazioni e le preoccupazioni vengono sublimate: un libro che si vorrebbe leggere e che rimane mezzo aperto sulla sabbia; i bambini che giocano sulla battigia e si sporcano, e poi alla mamma tocca pulirli, ma che iattura!..
Dulcis in fundo, la telefonata che arriva all’improvviso, non infrequentemente durante il pranzo, e, maledetta sfiga, è l’amante che chiama, e tu non sai dove nasconderti e come giustificarti! Quell’orizzonte che pensavi infinito è rattrappito, si ridimensiona la meta dei tuoi sogni. Fino all’approdo agli “anta”: non i 40, e nemmeno tanto i 50, ma i 60. I figli vanno da soli e tu, prima di tornare al lavoro, dici, “oh, è finita l’estate… “, o “per fortuna che è finita!”. Odio l’estate, cantava Bruno Martino: il canovaccio era diverso, ma resta il fatto che la stagione più futile dell’anno dovrebbe disintossicarti, e invece ti intossica, dovrebbe calmarti, e invece ti ributta nei tuoi pensieri. Chi attraversa il mare cambia cielo, ma non l’animo, ammonisce Quinto Orazio Flacco. Un po’ di equilibrio, e senso del reale. Per andare in vacanza dobbiamo essere prima di tutto equilibrati. Con queste premesse, il detox dai miasmi della restante parte dell’anno può funzionare. E anche il sogno può ritagliarsi un posto, magari al sole.
* giudice
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