Soccorso Alpino, oltre 12mila interventi in un anno: le vittime sono 466 – isNews
Il Cnsas traccia il bilancio del 2024. La prima causa di incidente in montagna è l’escursionismo, seguito dallo sci e dalla la mountain bike
ROMA. Sono 466 le persone morte lo scorso anno in ambienti impervi del territorio nazionale. È quanto emerge dagli ultimi dati delle attività del Soccorso Alpino e Speleologico. Nel 2024 il Cnsas ha effettuato 12.063 missioni di soccorso, assistendo 11.789 persone.
Le cause degli incidenti sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto agli anni precedenti, con alcune conferme sulle situazioni a maggior rischio. La principale causa di intervento è stata la caduta o scivolata, che ha rappresentato il 43,2% degli incidenti. Al secondo posto, con il 26,5%, si trovano gli interventi legati all’incapacità durante l’attività svolta, seguiti da malori ( 12,7 % ) e altre cause come maltempo e frane. Sebbene l’incidenza degli incidenti legati alle frane e alle valanghe sia bassa (complessivamente 2%), la loro gravità giustifica una costante attenzione.
L’escursionismo è l’attività con più incidenti (44,3%), seguito dallo sci (14%) e dalla mountain bike (6,8%).
Il profilo delle persone soccorse è invariato: uomini italiani tra i 50 e i 60 anni, infortunati principalmente durante escursioni nei mesi estivi. Le regioni più colpite sono Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige.
Nel 2024, sono stati registrati – si diceva – 466 decessi, una lieve flessione rispetto agli anni precedenti (491 nel 2023). Tuttavia, il numero delle vittime rimane preoccupante, evidenziando la necessità di un maggiore impegno in prevenzione e formazione per ridurre i rischi in montagna.
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