Friuli Venezia Giulia

“Situazione non più tollerabile”, Fesica Confsal scende in campo

16.06.2025 – 14.47 – “Situazioni sotto i livelli della decenza, stipendi inferiori ai minimi costituzionali, silenzio complice di aziende pubbliche e massime Istituzioni che fingono di non sapere”.  “Contro questo andazzo che colpisce anche la nostra Regione, solo apparentemente “virtuosa” rispetto ad altre, e per avviare indispensabili e non più rinviabili iniziative di denuncia e di rottura di trattamenti intollerabili e dell’inerzia di troppi”, la Fesica Confsal del Friuli Venezia Giulia, intervenendo con la propria nota determinazione “a sostegno dei “diritti minimi” di lavoratori gravemente penalizzati, e ancora una volta trascurati dalle istituzioni e abbandonati dagli altri “sindacati”, ha deciso di scendere in campo con durezza e senza equivoci”. Stamattina nella sede di via Paisiello, il responsabile del settore lavoro privato Antonino Martelli ha spiegato che  “il settore della vigilanza privata e servizi fiduciari e guardie ai fuochi continua ad essere vessato da contratti collettivi nazionali firmati da sindacalisti infedeli che continuano a violare l’art. 36 della Costituzione”. A questo punto – ha aggiunto – siamo costretti a intraprendere tutte le vie possibili per modificare questo andazzo che sembra ormai incancrenitosi nell’apatia più assoluta di tutti gli attori. Quindi annunceremo forme di lotta come manifestazioni pubbliche, denunce presso il Tribunale del Lavoro ed esposti presso la Procura della Repubblica per il reato di caporalato che coinvolgeranno anche le stazioni appaltanti pubbliche”.

Le categorie più colpite sono appunto le guardie giurate armate, i servizi di sicurezza non armati e le guardie ai fuochi negli ospedali che sono a tutti gli effetti dei Vigili del Fuoco ma i contratti collettivi nazionali di riferimento “violano scandalosamente l’articolo 36 della Costituzione, abbiamo parlato con tutti gli attori di questa commedia, dalla politica alle stazioni appaltanti e le aziende e tutti ci hanno risposto di fargli causa”. La Fesica Confsal è un piccolo sindacato “rivoluzionario e integralista” in quanto “la Costituzione va applicata così come è scritta” ed è attivo da una ventina d’anni e si occupa di tutelare tutte le categorie di lavoratori ma soprattutto si è fatta conoscere ultimamente per aver condotto in prima linea la battaglia dei museali di Trieste. “Porteremo avanti questa battaglia, in guerra si vince con i trattati di pace. Se i soggetti che finora ci hanno snobbato faranno un trattato di pace ci fermeremo – prosegue Martelli – altrimenti andremo avanti fino alle estreme conseguenze, presenteremo degli esposti anche alla Procura della Repubblica di Trieste e Udine per il reato di caporalato”. Poi puntualizza: “Asugi e azienda sanitaria del Friuli centrale non potevano non sapere il contratto Anisa siglato nel 2009 era completamente fasullo e inapplicabile, firmato dalla Confsal e mai più rinnovato. Noi stessi della Confsal abbiamo chiesto di non applicarlo ma sono andati avanti lo stesso. Inammissibile”.

“Un contratto vergognoso e la Regione dovrebbe saperlo – rincara il sindacalista – dal 2009 al 2022 è aumentato solo di 30 euro, scadrà tra sei anni. Una porcheria firmata da una sindacalista infedele”. Dal canto suo Zaccaria ha parlato di “contratto indegno, 1.100 euro lordi di paga base ma restano meno di 800 euro che non bastano per la sopravvivenza, neanche per pagare le spese essenziali. Sono contratti pagati dagli enti pubblici e riguardano anche gli addetti alla ristorazione piuttosto che le guardie ai fuochi e gli addetti alle pulizie”. “Molti vengono sfruttati dalla stessa pubblica amministrazione – denuncia – dunque speriamo di ricevere supporto dalle forze politiche e intanto abbiamo preso contatti con la Regione”. La Fesica Confsal ha le idee chiare: “Basta utili sulla pelle dei lavoratori, ciò si ripercuote sul servizio. Speriamo ci sia un’apertura dalla Giunta regionale, per ora l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi non ci ha risposto” ma “noi andremo avanti come caterpiller. La vita dei lavoratori è una cosa sacra”.

[e.b.]




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