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Siti porno vietati ai minori: stop autocertificazione dal 12 novembre | Il Fatto

Sarà impossibile, a partire dal 12 novembre, accedere a siti con contenuti pornografici semplicemente cliccando su un pulsante che autocertifica la maggiore età. Scatta infatti il conto alla rovescia per l’applicazione delle nuove norme dellAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che impongono sistemi di verifica dell’età certi per tutti i portali vietati ai minori, come quelli pornografici, ma anche quelli dedicati al gioco d’azzardo o alla vendita di alcolici.

Le aziende avranno tempo fino a quella data per adeguarsi alle disposizioni, approvate la scorsa primavera. L’Autorità ha già pubblicato sul proprio sito una lista di 48 siti che dovranno implementare immediatamente il blocco. Tra i nomi più noti figurano colossi come PornHub, YouPorn, XVideos e OnlyFans. Questa stretta è l’attuazione tecnica dell’articolo 13-bis del Decreto Caivano, la legge voluta dal governo per rafforzare la protezione dei minori online. La delibera Agcom stabilisce ora le modalità precise con cui i gestori dei siti dovranno verificare l’età degli utenti, impedendo l’accesso ai minorenni.

Come funziona la verifica: il “Doppio anonimato”

Il sistema messo a punto dall’Autorità è progettato per bilanciare l’esigenza di controllo con il rispetto della privacy. La verifica non avverrà direttamente sul sito pornografico, ma attraverso soggetti terzi, indipendenti e certificati (come una banca, un operatore telefonico o un fornitore di identità digitale).

Il processo si articolerà in due fasi:

  1. Identificazione: L’utente dovrà prima farsi riconoscere da uno di questi enti terzi, dimostrando di essere maggiorenne.
  2. Autenticazione: Una volta identificato, l’utente riceverà un codice digitale (token) o utilizzerà un’app specifica (come quelle legate ai portafogli di identità digitale).

Quando si tenterà di accedere al sito vietato, non si dovrà più cliccare “Sì”, ma si dovrà inserire quel token o usare l’app. Questo meccanismo, spiega l’Autorità, garantisce un “doppio anonimato”: il sito web (es. PornHub) saprà che l’utente è maggiorenne, ma non saprà chi è; allo stesso tempo, il fornitore della verifica (es. la banca) saprà chi è l’utente, ma non saprà quale sito sta cercando di visitare.

La sperimentazione in Europa

Questa iniziativa italiana si muove parallelamente a una sperimentazione europea. La Commissione Ue ha infatti sviluppato un’app apposita, chiamata T-Scy, già testata in cinque Paesi (Italia inclusa), che permette di ricevere e gestire i token per la verifica dell’età direttamente sullo smartphone. Dal 2026, questo sistema sarà ulteriormente potenziato, venendo integrato nel portafoglio digitale europeo. In futuro, basterà un’impronta digitale o la scansione della retina sul proprio telefono per certificare in modo sicuro e anonimo la propria età e accedere a servizi e siti web.


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