Siria, offensiva dei ribelli: 200 morti negli scontri con i soldati del regime
Centinaia di morti, un generale iraniano dei Guardiani della Rivoluzione ucciso e nuovo sangue in Medioriente dopo che i ribelli siriani nell’ultima enclave dell’opposizione nel Nord della Siria hanno lanciato un’operazione militare su vasta scala contro l’esercito siriano e hanno conquistato 10 chilometri di territorio, nella prima avanzata del genere dopo anni. È di almeno 200 morti, la maggior parte dei quali combattenti, il bilancio degli scontri in corso nel nordovest della Siria, nella zona di Aleppo e di Idlib, tra l’esercito di Bashar al-Assad e i jihadisti legati ad Al Qaida. L’incursione via terra è la prima avanzata territoriale di questo tipo da marzo 2020, quando la Russia, che sostiene Assad, e la Turchia, che sostiene i ribelli, hanno concordato un cessate il fuoco che ha portato alla sospensione delle azioni militari nell’ultima grande roccaforte ribelle della Siria, nel nord-ovest del Paese.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani sottolinea che 45 civili, tra cui donne e bambini, sono tra i feriti e le vittime dei raid aerei. Il bilancio delle battaglie in corso «è salito a 182» combattenti, di cui «102 miliziani di Hayat Tahrir al-Sham», 19 miliziani di fazioni alleati e «61 uomini delle forze del regime e di gruppi alleati», ha spiegato l’Osservatorio. E non è tutto. Nell’area dove sono in corso i combattimenti, a sostegno delle forze del regime sono intervenuti anche i caccia russi. Nei raid sulla provincia di Aleppo sono rimasti uccisi almeno 19 civili siriani.
Dopo aver lanciato un’offensiva contro le forze governative nel nord-ovest della Siria, i jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e i loro alleati hanno interrotto l’autostrada internazionale M5 che collega Damasco e Aleppo.
Nell’attacco nell’area di Aleppo, i miliziani hanno ucciso anche il generale dei Pasdaran, Kioumars Pourhashemi. Definito «il capo dei consiglieri iraniani ad Aleppo», il generale – secondo l’agenzia iraniana Mehr – è stato ucciso in un attacco di «mercenari takfiristi» (ossia musulmani che accusano gli altri di essere infedeli) del «regime sionista» ad Aleppo.
Tramite la Mehr, Teheran ha spiegato che i «consiglieri iraniani» sono in Siria su richiesta ufficiale del governo di Damasco e avrebbero svolto un «ruolo importante nell’aiutare i siriani a combattere il terrorismo e a stabilire la pace e la stabilità».
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