Salute

Sinner ha battuto Djokovic giocando alla Djokovic: ora è pronto per la grande sfida ad Alcaraz che vale il Roland Garros

Eccola servita. Quella che tutti desideravano, volevano, quasi pretendevano. Al Roland Garros la finale sarà tra Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz. Il numero 1 del mondo batte infatti Novak Djokovic nella semifinale dello Slam parigino. Lo fa con il punteggio di 6-4 7-5 7-6, al termine di una prestazione di grandissimo spessore. Per l’azzurro è la prima finale a Parigi. Non ha ancora perso un set. Un risultato che rafforza ancora di più il suo primato nel ranking mondiale: 10.880 punti. Attualmente quasi tremila in più rispetto allo spagnolo. È il primo italiano in finale al Roland Garros da Adriano Panatta nel 1976. Andrà alla caccia del titolo numero 20 della carriera, il quarto Slam, il primo sul rosso parigino. Ultimo ostacolo, il grande rivale: Carlos Alcaraz. La prima finale Slam uno contro l’altro. Niente da fare invece per un Djokovic commovente. Il serbo ha provato a mettere in difficoltà l’altoatesino, ci è riuscito anche in diversi frangenti, ma alla fine la differenza è venuta fuori. Soprattutto nei momenti cardine. Una sconfitta che però non ridimensiona il torneo di Nole, che a 38 anni ha dimostrato una volta in più di potersi togliere grandi soddisfazioni. In particolare a livello Slam, dove ancora trova le motivazioni giuste per andare oltre i propri, anagrafici, limiti.

Novak Djokovic sconfitto dalla sua stessa mentalità. Il serbo è stato costretto a bere lo stesso amaro calice che ha inflitto per anni ai suoi avversari. Si, perché quella di Sinner è una vittoria “alla Djokovic”. Autorità, lettura della sfida, gestione, consapevolezza dei momenti clou, capacità di alzare il livello nelle situazioni delicate e decisive. Niente di nuovo per l’azzurro, ma vedere tutto questo repertorio psicologico inflitto a chi ne ha fatto un segno distintivo della propria carriera fa sempre un certo effetto. Il numero 1 del mondo ha giocato una partita di grande attenzione e concretezza. Forse non la migliore versione di Sinner, è vero, ma è proprio questo a rendere ancora più pesante questa vittoria. Anche perché Djokovic ha provato a inventarsi di tutto per mettere in difficoltà l’altoatesino. Il serbo ha tentato fino alla fine di trovare la chiave di volta che potesse girare l’inerzia di questa semifinale. Tutto è stato inutile. Sinner non si è mai disunito, anche nei momenti difficili (tre set-point annullati al serbo sul 5-4 del terzo set). Una vittoria dal peso specifico incredibile, dal punto di vista morale e non solo. Utile anche per testarsi. All’azzurro serviva infatti una battaglia del genere prima della finale contro Carlos Alcaraz, in cui, presumibilmente, ci sarà un’altra lotta punto a punto. Tre set buoni per capire cosa ha funzionato meno contro Nole e portarlo al massimo in vista dell’incontro contro lo spagnolo.

Primo set – La palla corta. È con questo fondamentale che si caratterizza l’inizio della partita. Tutte eseguite da Djokovic, come era prevedibile. Il serbo cerca di variare molto, consapevole di non poter reggere a lungo i ritmi da fondo campo di Sinner. Una tattica che però non impedisce al numero 1 del mondo di rompere l’equilibrio sul 2-2. L’azzurro colpisce alla prima occasione, sfruttando il liscia di Nole, tradito dalla terra rossa. Sinner insiste e si costruisce altre due palle per il doppio break. Stavolta però Djokovic stringe i denti e le annulla entrambe. Il diritto di Sinner è ancora altalenante. Non il rovescio però. Quel colpo che lungolinea consente all’azzurro di portarsi a casa il primo parziale alla prima chance utile: 6-4.

Secondo set – Djokovic prova ad alzare il livello, colpendo in maniera più pulita la palla e i suoi vincenti aumentano. Ma questo non lo protegge da una palla break sul 2-2. Niente da fare però per Sinner. Nole risponde presente e si salva con un grande diritto lungolinea. Nel game successivo Sinner gestisce bene una situazione delicata da 0-30, e poi colpisce subito dopo. Implacabile. Il diritto del serbo è lungo al termine di un altro grande scambio: 4-3 per l’altoatesino. Sembra essere tutto lineare, inevitabile. E invece anche il numero 1 del mondo scivola. Chiamato a chiudere il secondo parziale, Sinner si ritrova 15-40. Due palle break per Nole. La prima non va, la seconda sì. È ancora il diritto a tradice l’altoatesino: 5-5. Adesso ogni punto diventa pesantissimo. Djokovic sta dando tutto, consapevole dell’importanza di portarsi a casa questo parziale. Il problema per lui è che lo sa pure Sinner. Reazione immediata e nuovo break con uno schiaffo al volo: 6-5 e seconda chance per salire due set a zero. E stavolta niente regali. Al secondo set-point il servizio è quello che vale il 7-5.

Terzo set – Nonostante il doppio svantaggio Djokovic continua a provarci, cercando il modo di allungare la sfida, e magari girarla. Da qui prende forma una palla break sul 2-1. Problemi per Sinner? No. Prima sulla riga e Nole non riesce a rispondere. Un pericolo che fa alzare subito l’attenzione. E con quella arrivano le chance anche per l’azzurro. Ce ne sono due, e Nole le disinnesca. I game si susseguono: 3-3, 4-4, 5-4. La tensione sale e anche il numero 1 del mondo questa volta tentenna. Due set-point per Djokovic, 15-40. L’azzurro non ci sta e stoppa ogni velleità: schiaffo al volo e prima vincente. Nole insiste e si procura un’altra chance per allungare la sfida, ma la spreca allargando troppo il diritto. Ossigeno pure per l’azzurro, che alla fine si salva e impatta sul 5-5. Si fa al tie-break, e il primo a sbagliare è Djokovic. Il suo rovescio è lungo. Minibreak, 1-0. È solo l’inizio, eppure è l’allungo decisivo. Sinner è perfetto, Djokovic sbaglia ancora e regala quattro match point. Il primo se ne va, non il secondo. Rovescio affossato in rete e braccia al cielo per l’azzurro: 7-6.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »