Società

Sinner e la capacità di affrontare la sconfitta, di gestire la pressione. La forza non sta nella vittoria in sé. Competenze che ogni studente dovrebbe avere

Nel dibattito recente sull’esame di maturità, il riferimento a Jannik Sinner da parte di Paolo Crepet ha acceso una riflessione pedagogica e culturale che va ben oltre il tennis e le aule scolastiche. Non è questione di voti, né di numeri, né tanto meno di un esame andato bene o male. Il cuore della questione riguarda l’acquisizione delle competenze, intese come quell’insieme integrato di conoscenze, abilità e atteggiamenti che permettono ai giovani di affrontare, comprendere e trasformare le esperienze della vita.

Jannik Sinner, ventiduenne riservato e determinato, ci insegna che la forza non sta nella vittoria in sé, ma nella capacità di affrontare la sconfitta, di gestire la pressione, di rimanere se stessi nella gloria come nella caduta. Un modello educativo che merita di essere trasmesso.

La forza discreta di Sinner: un’educazione sentimentale e civile

Sinner non urla, non esulta platealmente, non si abbandona all’euforia. Né si abbatte pubblicamente quando perde. La sua è una forza discreta, misurata, che trasmette equilibrio e umanità. In questo sta la sua grandezza. In questa capacità di gestire la propria emotività, di rimanere saldo nella prova e sobrio nel trionfo, egli incarna perfettamente alcune delle competenze chiave europee e delle competenze di cittadinanza: l’autonomia, la responsabilità, la capacità di imparare ad imparare, l’equilibrio emotivo, la partecipazione consapevole alla vita sociale.

Le competenze come traguardo educativo

Quando si parla di valutazione nella scuola, spesso ci si limita a un voto. Ma la valutazione è ben altro: è analisi, è feedback, è accompagnamento. Il vero traguardo della scuola non è l’otto o il dieci, ma l’acquisizione delle otto competenze chiave europee aggiornate nel 2018:

  • La competenza alfabetica funzionale, che implica la capacità di comunicare in modo efficace e contestualizzato;



  • La competenza multilinguistica, oggi indispensabile per la mobilità e il dialogo interculturale;



  • La competenza matematica e quella in scienze, tecnologie e ingegneria, per affrontare criticamente le sfide del presente;



  • La competenza digitale, imprescindibile per vivere consapevolmente nell’era dell’informazione;



  • La competenza personale, sociale e di imparare ad imparare, che comprende la gestione delle emozioni, l’empatia, la capacità di autoregolarsi;



  • La competenza di cittadinanza, che richiede partecipazione attiva, conoscenza dei diritti e doveri, rispetto delle regole;



  • La competenza imprenditoriale, intesa come capacità di iniziativa, creatività, innovazione;



  • La consapevolezza ed espressione culturali, che valorizza le identità e favorisce il dialogo tra culture.

Sinner, con la sua storia e il suo atteggiamento, è incarnazione vivente di queste competenze. È la dimostrazione che è possibile essere eccellenti senza essere competitivi nel senso negativo del termine. Si può vincere con garbo e perdere con dignità. Checché ne dicano i candidati che si sono rifiutati di sostenere o sl’esame orale.

Le competenze di cittadinanza e la maturità della prova

Nel contesto italiano, il D.M. 139/2007 ha integrato le competenze chiave europee in un percorso specifico per la scuola, definendo le competenze chiave di cittadinanza che ogni studente dovrebbe acquisire al termine dell’obbligo scolastico. Tra queste troviamo:

  • Imparare ad imparare: riconoscere i propri bisogni formativi, riorganizzare i propri saperi;



  • Progettare: costruire percorsi, ipotizzare soluzioni, verificare risultati;



  • Comunicare: saper ascoltare, comprendere e produrre messaggi adeguati ai contesti;



  • Collaborare e partecipare: contribuire attivamente alla vita scolastica e sociale;



  • Agire in modo autonomo e responsabile: fare scelte consapevoli;



  • Risolvere problemi: affrontare situazioni complesse con strumenti cognitivi e relazionali;



  • Individuare collegamenti e relazioni: muoversi tra conoscenze diverse integrandole;



  • Acquisire ed interpretare l’informazione: leggere criticamente il reale.

Chi più di Sinner rappresenta oggi l’efficacia di queste competenze applicate alla vita reale? Il suo equilibrio, la capacità di affrontare viaggi, contesti complessi, interviste, pressioni internazionali, lo rendono esempio tangibile di una formazione completa.

La protesta e il rischio della lettura superficiale

In queste settimane si sono sollevate polemiche attorno all’esame di maturità. Studenti che protestano, atti simbolici, gesti di dissenso. Ma attenzione: il rischio non è nella protesta in sé, che può avere un valore se nasce da un’elaborazione autentica. Il problema è nella lettura che ne danno alcuni adulti, docenti, opinionisti da talk show, editorialisti da social network, pronti a ridurre tutto al cliché del giovane fragile, che non accetta le sconfitte.

La protesta rischia di diventare sterile quando viene interpretata come un rifiuto dell’impegno, un atto di debolezza. Ma spesso è esattamente il contrario: è la reazione a modalità di gestione non sempre funzionali, a valutazioni poco trasparenti, a prove scollegate dal percorso fatto. Svilire la protesta, demonizzare il gesto simbolico, significa non ascoltare. E soprattutto, significa restare inchiodati a una visione del voto come punizione o premio.

La prova come esperienza trasformativa

Ogni esame è un’occasione. Non per vincere. Non per essere giudicati. Ma per mettersi alla prova. Per conoscersi. Per affrontare, ancora una volta, una sfida che è più interiore che esterna. La maturità, in fondo, non si misura con un voto, ma con la capacità di stare nella prova con consapevolezza.

Sinner entra in campo con compostezza. Concentrazione. Rispetto per l’avversario. Rispetto per se stesso. È questo il modello educativo che dovremmo proporre: non la corsa al voto più alto, ma la capacità di affrontare ogni situazione con equilibrio, visione, rispetto.

Verso una scuola che educa alla vita

La scuola deve tornare a essere il luogo della formazione integrale della persona. Non si tratta solo di trasmettere saperi, ma di accompagnare alla costruzione dell’identità. Gli studenti devono potersi sentire protagonisti di un percorso di senso, dove l’errore non è punizione, ma passaggio; dove la valutazione non è classificazione, ma stimolo; dove il successo non è un trofeo, ma consapevolezza.

Jannik Sinner, con la sua serietà, la sua umanità, la sua capacità di sorridere appena dopo una sconfitta e di non esaltarsi dopo una vittoria, ci indica una via possibile. Una via che passa per il rigore, ma anche per la gentilezza. Per l’autodisciplina, ma anche per la capacità di lasciarsi attraversare dalle emozioni.

Educare alla discrezione, formare alla cittadinanza

La vera sfida educativa non è nel voto finale, ma nella capacità di abitare la prova. Di restare umani dentro le difficoltà. Di formarsi per essere cittadini, non concorrenti. In questo senso, le competenze chiave europee e le competenze di cittadinanza non sono una moda pedagogica, ma il fondamento di un’educazione al futuro. Un futuro che ha bisogno più che mai di persone come Sinner.

Non serve urlare. Non serve vincere sempre. Serve esserci. Con garbo, con misura, con umanità. Ecco il messaggio più grande. Ed ecco, forse, la scuola che dovremmo costruire ogni giorno.


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