SIN di Crotone, Talerico (FI) presenta proposta di legge: “Stop ai rifiuti da fuori regione”

Sarà esaminata quest’oggi, mercoledì 23 luglio 2025, dalla Quarta Commissione “Ambiente e Territorio” del Consiglio regionale della Calabria, la proposta di legge presentata dal consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico, che punta a impedire temporaneamente il trasferimento, lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti pericolosi e radioattivi provenienti da fuori regione nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone-Cassano-Cerchiara.

Un iter istituzionale rapidissimo, che sottolinea l’urgenza di intervenire su un territorio già segnato da gravi emergenze ambientali. Alla seduta parteciperanno anche il dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria e il direttore generale di ARPACAL. La proposta nasce dall’esigenza di proteggere una delle aree più compromesse d’Italia, dove da decenni giacciono oltre due milioni di tonnellate di rifiuti tossici derivanti dalle attività industriali di Pertusola Sud e Montedison/Fosfotec. Metalli pesanti come arsenico, mercurio, piombo, cadmio e zinco continuano a minacciare la salute della popolazione e l’ambiente, come confermato da numerosi studi scientifici e indagini epidemiologiche condotte da ISS, ARPACAL e dai Registri Tumori.

Il disegno di legge prevede:

• un divieto temporaneo e mirato all’interno dell’area SIN;
• la perimetrazione tecnica della zona da parte di ARPACAL secondo criteri scientifici;
• campagne informative e preventive rivolte alla cittadinanza;
• un sistema di sanzioni proporzionate in caso di violazioni.

“Non possiamo permettere che un territorio già devastato venga ulteriormente appesantito da nuovi rifiuti pericolosi provenienti da altre regioni”, ha dichiarato Talerico. “Questa legge è un atto di responsabilità verso le comunità locali e le generazioni future”. Il testo si fonda su principi costituzionali fondamentali come la tutela della salute (art. 32) e la competenza regionale in materia ambientale (art. 117), e rappresenta un segnale forte nella direzione della giustizia ambientale.