s’impegna un altro colosso francese
Dopo l’impegno assunto a luglio 2025 dal principale produttore francese di carne di pollo, Ldc, anche il gruppo Terrena si è impegnato pubblicamente a soddisfare i criteri dell’European Chicken Commitment entro il 2028 per i suoi marchi Père Dodu e La Nouvelle Agriculture. In Francia, dunque, la maggior parte del settore si muove verso l’eliminazione delle peggiori pratiche di allevamento e macellazione dei polli. Animal Equality invita i produttori italiani ad assumersi a sua volta le proprie responsabilità. “Se il primo e il secondo produttore di pollo in Francia hanno scelto l’Ecc, qual è l’alibi dell’industria italiana? Parliamo di misure concrete come densità massime, luce naturale e stop alle linee a crescita accelerata” commenta Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia.
Cosa fanno i produttori italiani – Alcuni grandi nomi come Eataly, Carrefour e Cortilia hanno deciso di sottoscrivere l’Ecc allineandosi ad altre centinaia di aziende europee come Subway, Alcampo ed Eroski. “Tante altre, invece, rischiano di rimanere indietro continuando a condannare i polli a subire gravi sofferenze denunciate anche dalle autorità scientifiche” racconta Lupi. Nel 2023, infatti, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha raccomandato di modificare le condizioni di allevamento e di uccisione dei polli “confermando la necessità di ridurre le densità di allevamento e di abbandonare l’uso di ceppi genetici di polli a crescita rapida”.
L’impegno della francese Terrena – La decisione dell’azienda francese è frutto di un dialogo intercorso con l’organizzazione per la protezione degli animali L214. L’impegno assunto dal secondo produttore francese di carne di pollo riguarda fino a 120 milioni di animali ogni anno. Secondo uno studio del Welfare Footprint Project, si tratta di un cambiamento che ridurrà del 78% il tempo in cui i polli sono esposti a dolori intensi e insopportabili negli allevamenti e nei macelli. In termini concreti, l’implementazione dei criteri Ecc riduce la densità di allevamento a un massimo di 15 animali per metro quadrato, rispetto ai 20-22 animali per metro quadrato degli allevamenti standard. Garantisce inoltre l’accesso a posatoi e blocchi di beccaggio in allevamenti con luce naturale. Rispettare questi criteri significa anche “mettere fine all’uso dei polli a crescita rapida, come il Ross 308. Negli allevamenti standard – spiega Animal Equality – i cosiddetti polli da carne sono il risultato di un’ampia selezione genetica, progettata per farli crescere in modo accelerato: i polli raggiungono il peso di macellazione in 35 giorni a costo di un significativo deterioramento della loro salute, al fine di massimizzare la produzione di carne”.
Il precedente: il colosso Ldc – La decisione di Terrena arriva dopo a seguito di quella del gruppo Ldc, che rappresenta il 40% del mercato francese della carne di pollo e si è impegnato a implementare l’Ecc entro il 2028. Per tre anni gli attivisti hanno realizzato manifestazioni davanti alla sede di Ldc e attività di pressione in tutta la Francia. “Le petizioni lanciate da L214 – racconta Animal Equality – hanno raccolto diverse centinaia di migliaia di firme, mentre la diffusione di sondaggi e la pubblicazione di interrogazioni pubbliche hanno permesso di mantenere alta l’attenzione su un impegno necessario per contrastare pratiche crudeli e ancora legali commesse sui polli allevati per la loro carne”. Si calcola che questa implementazione avrà un impatto su circa 400 milioni di polli ogni anno.
Source link




