Simbolo di solidarietà, giustizia e pace

Un gesto voluto e dal contenuto forte, reso ancora più forte dal contesto: la processione cittadina in onore della santa patrona. Si alza da Lanciano un grido forte di “pace” per Gaza. Ma arriva in modo discreto e silenzioso, eppure come ogni simbolo veicola in modo potente il suo messaggio.
“Insegno ai miei studenti e studentesse a credere in alcuni valori, a battersi per essi e poi io per primo non seguo questo insegnamento? Che esempio sarei? Credo nella pace, nella solidarietà, nella giustizia e ho indossato un simbolo di questi valori”. Così don Alessio Primante, responsabile della Cappellania scolastica dell’arcidiocesi di Lanciano-Ortona e cancelliere della Curia, spiega quello che per molti è stato un gesto forte, dal grande valore simbolico: indossare la kefiah, simbolo di solidarietà al popolo palestinese, e farlo non in un giorno qualunque, ma durante la processione della Madonna del Ponte del 16 settembre, quella più grande e seguita della diocesi.
Migliaia di occhi si sono posati su quella mantellina bianca e rossa: occhi distratti, altri attenti e bendisposti, altri ancora infastiditi. E parole, bisbigli hanno seguito i suoi passi: di approvazione, pochi altri di insofferenza.
“È un gesto che è un messaggio di pace, giustizia che, assieme alla difesa del Creato, sono i valori fondanti della comunità scolastica diocesana – riprende don Alessio – È un gesto per essere vicino al popolo palestinese, di solidarietà che è valore universalmente riconosciuto. È una immagine forte, che parla: solleva anche nel nostro territorio, la nostra città, il velo su una realtà di sofferenza. È un’immagine che lancia una riflessione sul fatto che nella terra del Signore si vive un genocidio. Anche Papa Leone XIV ha espresso, ed esprime, profonda vicinanza al popolo palestinese, a Gaza, a centinaia di migliaia di persone che ‘vivono nella paura’, ‘sopravvivono in condizioni inaccettabili’. Il mio – continua don Alessio – è un gesto soprattutto di pace. Da anni la bandiera della pace è sull’altare della chiesa del Purgatorio, mi segue nelle messe celebrate all’aperto, proprio tra le mura di quel Creato che pure difendiamo. È un messaggio, quindi, di fede, solidarietà, giustizia, amore, pace: svegliamoci dal sonno”.
“Questo messaggio di pace, giustizia e di solidarietà, pur facendo riferimento ad una situazione concreta, quale quella di Gaza – chiude l’arcivescovo Emidio Cipollone – ha un valore universale che potremmo leggere in riferimento alla necessità di cercare la pace in tutte le situazioni di conflitto e violenza che ci sono nel mondo”.
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