Si finge nero e fluido per pubblicare le sue opere e finisce candidato al Best of the Net Award 2025 | isNews
Aaron Barry ha portato avanti questo ‘esperimento sociale’ per dimostrare come, con una diversa identità e pseudonimi, i suoi lavori venissero accettati più facilmente dalle case editrici
di Pietro Ranieri
VANCOUVER. Un ‘esperimento editoriale’ condotto dal poeta canadese Aaron Barry ha portato alla luce alcune interessanti dinamiche nel mondo letterario anglosassone. L’autore ha utilizzato, negli scorsi anni, pseudonimi e identità di persone fittizie appartenenti a diverse minoranze per pubblicare opere, dopo aver riscontrato difficoltà a essere anche solo ricevuto dagli editori con la sua vera identità (maschio, bianco ed eterosessuale). Il suo intento, spiega il Daily Mail, era testare i criteri di accettazione dell’industria, inviando poesie che lui stesso considerava di scarsa qualità o intenzionalmente insensate. Molte di queste opere sono state accettate e pubblicate.
Tra il 2023 e il 2024, Barry ha utilizzato diversi pseudonimi per inviare le sue ‘poesie’. Prima ha creato Adele Nwankwo, presentata come una persona gender-fluid della diaspora nigeriana, con pronomi “they/them”. Con questo pseudonimo, ha pubblicato decine di poesie, inclusa una in un finto creolo intitolata “yah jah gah hah”. Tofu Ink, una delle riviste che le ha accettate, ha l’obiettivo dichiarato di sostenere voci di comunità sottorappresentate. Poi è venuta S.A.B. Marcie, descritta come una donna birazziale e “poco istruita” di Vancouver. Sotto questo nome, Barry ha pubblicato un romanzo intitolato Femoid. Infine, con b.h. fein (i cui pronomi sono “è/complicato”), ha ottenuto la candidatura al Best of the Net Award 2025 con una sua poesia, dal titolo volutamente tanto volgare da non essere citabile e con un testo descritto volutamente come “senza senso”.
Barry, che si è inizialmente presentato sul suo Substack come Jasper Ceylon prima di rivelare la sua vera identità, ha dichiarato di aver inviato circa cinquanta poesie create intenzionalmente come “farse, incoerenti, inaccurate, piene di pregiudizi, o del tutto prive di senso”. Ha affermato che ogni singola poesia è stata pubblicata e spesso accolta con commenti positivi. Ha anche ricevuto pagamenti e opportunità di pubblicazione successive, entrando in quello che ha definito “il circuito”. Sotto una di queste finte identità, è stato persino candidato a un premio internazionale di poesia. La sua carriera ha avuto un decollo significativo solo dopo aver adottato queste persone di minoranza.
Per consolidare i risultati del suo esperimento, Barry ha condotto un test parallelo. Ha inviato gli stessi testi presentando la sua identità come “banale maschio bianco” e poi sotto le identità fittizie di minoranza o LGBTQ+. I testi non sono mai stati accettati quando presentati da un autore uomo bianco, mentre quasi tutti sono stati pubblicati sotto le identità finte, spesso con pochissimi rifiuti. Un esempio è la poesia “stoico uomo di tiktok”, che è stata rifiutata ventisei volte come opera di un uomo bianco, ma è stata pubblicata dopo un solo rifiuto quando attribuita a b.h. fein.
Barry, sul suo Substack e in diverse interviste, ha dichiarato che il suo principale interesse nell’esperimento era esplorare nuove forme di “libertà artistica” e “creatività non-denominativa”. Ha poi espresso la speranza che il suo lavoro possa dimostrare che c’è spazio per diversi tipi di scrittura e narrazioni nel mondo letterario, se si superassero “atteggiamenti avversari e moralistici”. Ha anche dichiarato di non essere interessato alla cosidetta “guerra culturale”. Barry ha già pubblicato una raccolta dei suoi testi fittizi, intitolata Echolalia Review, e ha aperto un Substack. La sua carriera di scrittore era iniziata nel 2018 e aveva già ricevuto riconoscimenti locali in ambito haiku prima di questo esperimento.
Source link