si decide tutto a febbraio
Il prossimo 10 febbraio segnerà una tappa cruciale per la Tranvia Termini Vaticano Aurelio (TVA). La conferenza dei servizi decisoria, che durerà 45 giorni, dovrà stabilire se il progetto potrà finalmente entrare nella fase operativa.
Il primo cantiere interesserà il tratto che collega Circonvallazione Cornelia a largo di Porta Cavalleggeri, lasciando per ora da parte il deposito ausiliario di largo Cardinal Clemente Micara.
Una sfida tra innovazione e resistenze locali
Il progetto TVA, con i suoi 8,3 chilometri di binari e oltre 11 chilometri di rete tranviaria, rappresenta una rivoluzione attesa da anni per il trasporto pubblico romano. Ma non senza difficoltà.
Tra le critiche principali, spiccano quelle dei commercianti di via Nazionale, che temono una drastica riduzione dei parcheggi, e quelle della Soprintendenza, che già nel 2022 aveva imposto rigidi vincoli per tutelare il patrimonio storico della città.
Per evitare ulteriori intoppi e garantire il rispetto dei tempi fissati dal PNRR, si è deciso di partire con la tratta meno problematica: quella periferica tra piazza dei Giureconsulti e largo di Porta Cavalleggeri. Un compromesso indispensabile per non perdere i preziosi finanziamenti europei.
Le risorse europee
La realizzazione della TVA si basa su due fonti principali di finanziamento:
Tratta Termini-Venezia: 120 milioni di euro dal PNRR, inclusi 20 nuovi tram.
Tratta Venezia-Aurelio e diramazione per piazza Risorgimento: 173 milioni di euro di fondi ministeriali, comprensivi di altri 4 tram.
Le risorse europee richiedono una rigida scadenza: i lavori dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026.
Il rischio di ritardi, unito all’impossibilità di aprire cantieri nel 2025 per il Giubileo, ha reso necessario modificare la strategia d’intervento, puntando inizialmente sulle aree meno coinvolte dagli eventi religiosi.
Una tranvia per una Roma più sostenibile
Secondo le stime, la TVA potrebbe attirare circa 150.000 passeggeri al giorno, con un incremento di 7.000 utenti in più nelle ore di punta rispetto al sistema attuale.
Un’opera capace di alleggerire il traffico cittadino, ridurre le emissioni e migliorare significativamente la qualità della vita nella capitale.
Un banco di prova per il futuro della città
La partenza dei lavori era inizialmente prevista per l’inizio del 2025, ma i ritardi legati alla burocrazia e alle polemiche locali hanno fatto slittare tutto.
Ora, con la conferenza che partirà a febbraio, Roma si prepara a una sfida decisiva. Il primo cantiere non sarà solo l’inizio di un’infrastruttura attesa da decenni, ma anche un test cruciale per dimostrare che la città è in grado di realizzare opere moderne rispettando tempistiche stringenti.
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