Si arena il progetto dei “volenterosi”: Londra non manderà truppe in Ucraina

Il progetto della coalizione dei volenterosi tanto sostenuta dal premier britannico Keir Starmer sembra essersi ormai definitivamente arenato. Secondo quanto riportato dal Times, il Regno Unito potrebbe rinunciare all’invio di migliaia di soldati a protezione dell’Ucraina perché i rischi sono considerati “troppo elevati”.
Il ridimensionamento del piano proposto da Londra punterebbe ora a spingere Mosca a spostare le sue linee rosse per raggiungere un accordo di pace. In più, vi sarebbe l’intento di ricostruire e riarmare l’esercito ucraino, di garantire protezione aerea e marittima e di inviare addestratori nelle regioni occidentali del Paese invaso, lontani dalla linea del fronte. Una vittoria per il Cremlino, dunque, che aveva sempre indicato lo schieramento di truppe Nato in Ucraina come un punto di non ritorno, che avrebbe acceso le ostilità tra la Federazione e l’Alleanza atlantica.
Duro colpo, invece, per il presidente Volodymyr Zelensky. Il leader di Kiev, infatti, continua ad avanzare richieste per garanzie di sicurezza, nella forma di una “forza di rassicurazione” o dell’ingresso nel blocco a guida Usa. La prima opzione pare essere stata scartata, mentre la seconda è stata bloccata dall’amministrazione Trump, impegnata in intensi sforzi diplomatici per trovare un’intesa con la Russia e porre fine al conflitto. “Credo fortemente che Zelensky e Putin vogliano la pace ma devono venire al tavolo dei negoziati. È passato troppo tempo”, ha dichiarato oggi il leader di Washington durante l’incontro con il premier norvegese. “Ho la mia deadline per un accordo, dopo la quale le cose andranno diversamente”.
Nonostante questo passo indietro, il capo del governo britannico Starmer ha ribadito durante un faccia a faccia con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che le sanzioni contro Mosca, in particolare quelle sull’energia, devono restare in vigore almeno fino a quando Putin non accetterà un cessate il fuoco incondizionato. Ha inoltre affermato ancora una volta la necessità di sganciarsi dalle forniture energetiche della Federazione, in modo da “non essere più ricattati”.
Intanto proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 aprile, l’armata del Cremlino ha lanciato decine missili e droni su Kiev, provocando la morte di 12 persone e il ferimento di altre 90.
Inoltre, il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione ed ex ministro della Difesa Sergei Shoigu minacciato l’Occidente, affermando che “la Russia si riserva il diritto di in caso di utilizzare armi nucleari aggressione contro di essa o la Repubblica di Bielorussia, anche con l’uso di armi convenzionali”.
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