Lazio

“Sgomento e sconcerto” – Il Tempo


Christian Campigli

Un sentimento di odio profondo, che non può più essere minimizzato. Uno sciopero che ha rischiato di mettere in ginocchio l’intero Paese. L’ennesima manifestazione violenta, organizzata dai soliti centri sociali, pronti a manipolare gli studenti. L’antisemitismo rosso è tornato a colpire. E lo ha fatto con motivazioni deliranti. «C’è un disegno generale che il governo Meloni sta portando avanti che concentra le risorse per l’economia di guerra, aumenta le disuguaglianze sociali e ci trascina verso l’abisso di un nuovo conflitto mondiale – si legge in una nota diffusa da Usb -. Non c’è un solo ambito della vita sociale, politica e culturale del Paese che non sia sotto attacco, dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alla sfera dei diritti civili, dall’accoglienza alla restrizione degli spazi di democrazia». Altrettanto sconcertante il messaggio di Atac: le motivazioni dell’astensione dal lavoro sono ascrivibili al «crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano».

 

 

Il sentimento di crescente antisemitismo presente nella sinistra italiana si è palesato, negli ultimi quattordici mesi, molte volte. Sia durante le manifestazioni Pro Pal, che quando è stata negata la parola a giornalisti non asserviti, ai quali è stato impedito di partecipare a dei convegni all’interno delle università italiane. Aperte a imam inneggianti alla guerra santa e al martirio. «Sgomento e sconcerto. Non ci sono altre parole per descrivere quello che proviamo leggendo che tra le motivazioni dello sciopero c’è il sostegno dell’Italia al genocida governo israeliano – ha scritto, sul proprio profilo Facebook, Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma -. Siamo di fronte all’emergere di un sentimento di odio verso Israele che prescinde da qualsiasi ragionevole contesto, e che non può avere altra spiegazione se non l’urgenza di esprimere un antisemitismo che cova da sempre. Che non è mai stato debellato».

 

 

Ma ieri è stato anche il giorno dell’ennesima manifestazione scandita dallo scontro tra gli studenti figli di papà, col Rolex al polso e la kefiah al collo, e le forze dell’ordine. Davanti alla sede del Politecnico di Torino i dimostranti hanno prima lanciato uova e sassi contro il reparto mobile della polizia, per poi cercare di avvicinarsi all’ingresso posteriore, tentando di spingere contro il muro gli agenti. In seguito si è verificato un blitz alla sede della Rai di via Verdi. Gli studenti hanno divelto la grata della porta d’ingresso al centro di produzione. «Ennesimo venerdì di sciopero caratterizzato, non solo da caos e disagi, ma soprattutto da violenze, scontri e danneggiamenti a beni pubblici e privati – ha affermato il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini -. È urgente rivedere la norma sull’astensione dal lavoro, visto che ormai è un’arma di scontro politico e di aggressione alle Forze dell’Ordine anziché di tutela dei lavoratori». E questo pomeriggio, a Roma sono attesi centinaia di Antifa, provenienti da tutta Italia, pronti a mettere a ferro a fuoco la città per manifestare contro il Decreto Sicurezza.


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