sfide economiche e inflazione in vista”
Quando domani mattina 11 dicembre Sanjay Malhotra varcherà l’ingresso della Reserve Bank of India (Rbi) – non come un alto dirigente del ministero delle Finanze, ma come il nuovo governatore della Banca centrale – ad aspettarlo non troverà solo la pletora di assistenti che circonda come gli acini di un grappolo ogni posizione apicale nell’establishment indiano.
Ad attenderlo ci sarà anche una una classica Mission Impossible: contemperare il rilancio della quinta economia mondiale dopo il trimestre di crescita meno brillante da quasi due anni (+5,4%) con la necessità di far scendere un tasso d’inflazione ostinatamente alto. Un problema spinoso a qualunque latitudine. Figuriamoci nel 122esimo Paese al mondo per Pil pro-capite a parità di potere d’acquisto.
La sensazione è che tra i due obiettivi, sarà il primo a ricevere le maggiori attenzioni. Altrimenti, dicono i maligni, tanto valeva che a varcare quell’ingresso questa mattina fosse lo stesso civil servant che lo ha fatto per gli ultimi sei anni, il governatore uscente Shaktikanta Das.
La sua non è stata una vera e propria cacciata. In fondo si tratta pur sempre del secondo governatore più longevo della storia dell’Rbi. Ma è anche vero che la decisione se rinnovare o meno il suo mandato è stata procrastinata fino al penultimo giorno possibile. E soprattutto è stata presa dopo che venerdì scorso, nonostante il pressing esercitato da due ministri di peso come Nirmala Sitharaman (Finanze) e Piyush Goyal (Commercio e Industria), Das non ha ceduto e ha tenuto i tassi fermi al 6,5%, limitandosi ad abbassare la cash reserve ratio al 4 per cento. Una decisione in linea con il mandato dell’Rbi, ovvero cercare di tenere a bada un’inflazione che a ottobre è salita al 6,21%, il livello più alto da 14 mesi.
Quella sui tassi non è stata l’unica occasione in cui governo e banca centrale non hanno parlato la stessa lingua. È successo sia quando l’esecutivo ha sollevato l’annosa questione dell’impiego delle riserve di valuta estera dell’Rbi per finanziare gli investimenti infrastrutturali, sia quando si è posta la questione se facilitare l’accesso degli investitori esteri al debito pubblico indiano. Anche quando si è dibattuto circa l’opportunità di sdoganare le criptovalute, banca centrale e governo si sono trovati su posizioni opposte. Da una parte c’era Das, dall’altra nientemeno che il suo futuro successore, Sanjay Malhotra.
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