Sferra un pugno alla fidanzata e le rompe il naso davanti al figlio: a processo
di Enzo Beretta
A processo, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, un italiano di 49 anni ritenuto responsabile dal pm di Perugia di aver sottoposto la fidanzata «a una serie di atti ripetuti nel tempo e lesivi della sua integrità fisica e morale, quali ingiurie, minacce, percosse e lesioni». L’imputato – si legge nelle carte – aveva «determinato un insano clima di timore e tensione nel contesto familiare, infliggendo alla donna un regime di vita penoso e tormentoso, causandole profonde sofferenze e forti umiliazioni, costringendola a vivere in un perdurante stato di soggezione psicologica».
Presa anche per il collo L’uomo, al quale viene contestata l’«aggravante di aver commesso il fatto su donna in stato di gravidanza e in presenza del figlio minore», tra le altre cose l’ha «percossa con calci, pugni e prendendola per il collo»: nel giugno 2019 «a seguito di un litigio l’ha colpita con pugni rompendole le ossa nasali davanti al figlio minore». Durante le feste natalizie del 2023 l’ha «offesa con epiteti volgari dandole uno schiaffo».
«Minacce di morte» Nel capo di imputazione vengono elencate numerose condotte tra cui «insulti e denigrazioni reiterate con frasi offensive del tipo ‘brutta grassona, drogata, alcolizzata, pazza». Ci sono «minacce di morte e «numerosi messaggi vocali Whatsapp dai toni intimidatori del tipo ‘vengo là, ti trovo… tanto ti trovo… ti faccio perdere tutto… a costo di perderci tutti e tre… tu di sicuro’; ‘ti rovino… stai solo finendo la tua rovina… la tua rovina sta arrivando… godo come un porco… tanto Omissis me lo prendo uguale… stai tranquilla… così impari a mettermi contro Omissis…’, faccio in modo che arrivino i carabinieri così poi ti dico tutto, ti faccio pentire di essere nata, ti faccio perdere il lavoro’. Ecco quindi «i messaggi al datore di lavoro della persona offesa» nei quali si diceva «che era una tossica e alcolista e che la doveva licenziare, al fine di farle perdere il posto di lavoro». Tra le contestazioni pure quella di aver «danneggiato alcuni vasi cinesi presenti nell’abitazione» e «la porta presa a calci e danneggiata». L’imputato, difeso dall’avvocato Saschia Soli, dovrebbe definirer la propria posizione processuale il 16 dicembre nel corso del processo con rito abbreviato.
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