sfasciate le auto di Alagna e Abati
ASCOLI Cresce il clima di tensione intorno all’Ascoli calcio. La retrocessione in serie C dello scorso mese di maggio e l’avvio stentato di stagione con la squadra risucchiata nelle sabbie mobili della bassa classifica, in piena zona retrocessione, stanno provocando una progressiva escalation di violenza che con il susseguirsi degli eventi preoccupa sempre di più. L’ultimo grave episodio si è registrato nella notte tra giovedì e venerdì quando quattro teppisti si sono introdotti all’interno del Picchio Village, il centro sportivo di Marino del Tronto dove si allenano i calciatori bianconeri, per compiere atti vandalici e provocare ingenti danni.
Le auto danneggiate
A essere prese di mira sono state le automobili, parcheggiate all’interno della struttura, di proprietà dei giocatori. A rimetterci sono stati due tra i più giovani giocatori della rosa, il portiere Lorenzo Abati e il difensore Manuel Alagna che ieri mattina hanno fatto l’amara scoperta: le loro vetture erano state danneggiate gravemente. I parabrezza, i deflettori, i finestrini di due Jeep, una Renegade e una Compass, sono stati mandati in frantumi dai vandali, probabilmente con bastoni o mazze, provocando ingenti danni e segnando profondamente il morale dei due giovani calciatori bianconeri.
Le indagini
Al Picchio Village sono giunti gli agenti della Digos di Ascoli che hanno provveduto ad eseguire i rilievi di rito e ora stanno indagando per cercare di ridsalire ai quattro responsabili. Si cerca, anche attraverso le immagini degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona, qualche elemento che possa rilevarsi decisivo per arrivare a identificare i quattro vandali. Quanto accaduto ha creato apprensione nell’ambiente dell’Ascoli calcio, con la società nella tarda mattinata di ieri ha diramato un duro comunicato annunciando ogni azione necessaria per garantire la sicurezza dei calciatori, dello staff, dei dirigenti e dei dipendenti del sodalizio di corso Vittorio: «La società, non può tollerare in alcun modo simili episodi e denuncerà dinanzi a tutte le competenti sedi l’accaduto come pure ogni altro episodio di violenza, minaccia o sopraffazione che dovesse verificarsi nel corso o al di fuori delle manifestazioni sportive».
I petardi
Nel comunicato, poi, si fa espressamente riferimento a quanto accaduto all’interno del Del Duca durante la partita disputata mercoledì sera contro il Campobasso, quando sono stati fatti esplodere undici petardi, in gran parte lanciati dal settore occupato dai tifosi bianconeri all’inizio del secondo tempo. Esplosioni che il giudice sportivo ha sanzionato con una multa di 1.200 euro: «Tale ultimo fatto si colloca in un quadro di crescente tensione e violenza ritenuto non più tollerabile e a valle del copioso lancio di esplosivi in campo durante l’ultimo incontro casalingo di campionato – scrive l’Ascoli calcio – il club comunica che si attiverà in ogni modo per richiedere l’adozione delle più efficaci misure di sicurezza atte a prevenire episodi di pericolo o danno alla squadra, ai propri collaboratori, al personale e a tutti i tifosi presenti, confidando nel supporto delle istituzioni nazionali e locali, da sempre presenti allo stadio e vicine alla squadra e ai propri, tanti, sostenitori civili e appassionati».
I timori
Il timore è che la situazione possa degenerare ulteriormente. Sono ancora vivide nella memoria, le scene di guerriglia urbana avvenute la sera del 10 maggio scorso, al termine della gara con il Pisa, che sancì la retrocessione dell’Ascoli in serie C. Durante i disordini rimasero feriti 16 agenti di polizia mentre i Daspo furono 16 e quattro gli arresti.