Servono certezze sulle opere, risorse adeguate e una governance solida

Il porto di Ravenna rappresenta un’infrastruttura strategica per la Romagna e per l’intero sistema produttivo italiano. Alla luce del recente confronto tra istituzioni e operatori del cluster marittimo, Legacoop Romagna ribadisce la necessità di mantenerlo al centro della strategia nazionale dei porti, come piattaforma logistica e industriale di riferimento per l’Adriatico e per il Paese.
I dati aggiornati a settembre confermano un andamento positivo: 17,9 milioni di tonnellate movimentate nei primi otto mesi del 2025, pari a un +6% rispetto al 2024. Una crescita significativa, che tuttavia non può essere disgiunta dal completamento delle opere infrastrutturali previste e da una governance stabile in grado di sostenerne lo sviluppo.
L’insieme dei progetti in corso, dal Ravenna Port Hub all’adeguamento delle banchine e al potenziamento dei collegamenti intermodali, vale oltre 500 milioni di euro. Secondo Legacoop Romagna, occorre garantire risorse certe, tempi di attuazione definiti e una collaborazione costante tra Governo, Regione, Autorità Portuale e sistema economico territoriale, per evitare rallentamenti e dispersioni di energie.
“Il porto di Ravenna – dichiara Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna – è una delle infrastrutture più strategiche del Paese e la sua crescita deve essere parte integrante della pianificazione nazionale. Servono certezze sulle opere, risorse adeguate e una governance solida. La cooperazione è pronta a collaborare con tutte le istituzioni, convinta che il porto sia un motore essenziale per l’economia, la transizione energetica e la sostenibilità del territorio. La riforma nazionale dei porti, oggi in discussione, richieda attenzione e coesione. È importante che Ravenna continui a muoversi come un territorio unito, capace di far valere le proprie priorità all’interno del sistema portuale italiano. Come Legacoop lavoreremo anche a livello nazionale per sostenere le ragioni del porto e delle imprese cooperative che vi operano”.
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