Salute

Sequestrati 8 elicotteri all’impresa che fu pagata per lanciare petali per il funerale del boss Casamonica

Tra gli squilli di fanfara sulle musiche de ‘Il Padrino’ e le pariglie nere dei cavalli a lutto a trainare il carro funebre, nell’agosto 2015 al discusso funerale romano del boss Vittorio Casamonica fu visto anche volteggiare un elicottero che lanciava petali di rosa sul feretro. Apparteneva all’impresa Rotortech di Pompei, che poche ore fa si è vista sequestrare la sua flotta di 8 elicotteri nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso. Volavano senza autorizzazioni, senza aver affrontato le periodiche ispezioni e con manutenzioni non rispondenti agli standard commerciali.

L’impresa operava fuorilegge, secondo la nota diffusa dalla Procura che elenca minuziosamente tutte le violazioni contestate nel decreto di sequestro preventivo eseguito dalla Guardia di Finanza di Napoli, e relative al codice della navigazione: effettuazione di un’attività di volo con fini commerciali in assenza del certificato di operatore aereo rilasciato alla società organizzatrice e della licenza di esercizio; impiego, per fini di lucro, di aeromobili non abilitati alla navigazione aerea; impiego abusivo di aeromobili a scopo di profitto; assunzione del comando di aeromobili da parte di soggetto munito soltanto della licenza aeronautica di pilota privato e della relativa abilitazione, e non della prescritta abilitazione professionale; sorvolo del centro abitato di Pompei, al di sopra di un assembramento di persone, senza l’osservanza delle prescrizioni del regolamento; nonché lancio, fuori dall’aeromobile in volo, di petali di rose, al termine della cerimonia religiosa di un matrimonio, fuori del caso di necessità e senza l’autorizzazione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. È accaduto a Pompei: si usa farlo anche in circostanze più liete.

I quattro indagati sino al novembre 2024 hanno svolto attività di air-taxi, voli panoramici e lancio di oggetti in volo in assenza di qualsiasi titolo autorizzativo. E in precarie condizioni: è stato appurato che in alcuni casi i piloti trasportavano turisti con bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati, e utilizzavano aree di decollo e di atterraggio in zone critiche per la presenza di ostacoli, scuole, autostrade e ferrovie.


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