sequestrati 1360 kg di droga nel parcheggio di un centro commerciale
Era fermo, immobile come tanti altri, nel parcheggio di un’area commerciale a Capena. Un tir come se ne vedono mille ogni giorno, con la cabina un po’ impolverata, i fari spenti e l’apparenza tranquilla di chi ha appena concluso una lunga corsa su gomma.
Ma dentro, nel cuore nascosto del suo rimorchio, quel mezzo custodiva un segreto pesante: 1360 chili di hashish, suddivisi in panetti, infilati uno ad uno tra i portanti del semirimorchio, legati con spago come pacchi destinati a una consegna segreta e letale.
Un carico che, se arrivato a destinazione, si sarebbe trasformato in centinaia di migliaia di dosi, sparse sulle piazze dello spaccio, alimentando circuiti di dipendenza, violenza, denaro sporco e silenzi comprati.
È qui che entra in scena la squadra investigativa del II Distretto Salario Parioli. Da giorni, forse settimane, osservavano movimenti sospetti.
Un mezzo che entrava e usciva dai radar, un nome che tornava nei sussurri, un’indagine complessa che si stava stringendo attorno a una pista precisa. E lunedì sera, l’epilogo: l’intervento.
Con attenzione chirurgica, gli agenti si sono avvicinati. Nessun inseguimento, nessun clamore: solo un controllo, un’apertura di portelloni, un’intuizione. E poi, l’odore acre dello stupefacente e il peso inconfondibile dei panetti nascosti tra le lamiere.
Decine, centinaia, uno dopo l’altro, marchiati come se fossero prodotti da scaffale: “Big Bubble”, “Papaia”, “Monopoli”, “Tariffa Gold”, “Under Armour”. Nomi colorati per un mercato nero che non conosce crisi.
Alla guida del mezzo, un uomo di origine marocchina, residente nella zona. Volto conosciuto, forse già sfiorato da altre inchieste, ma stavolta colto in flagrante. È stato arrestato sul posto. Nessuna resistenza. Forse sapeva che il cerchio si era chiuso.
Con il sequestro del carico, la Polizia ha inferto un colpo durissimo al traffico di droga. Una tonnellata e oltre, sottratta al mercato e alle strade. Ma più di tutto, ha mostrato ancora una volta quanto sottile sia la linea tra ciò che appare e ciò che è. Un tir fermo in un parcheggio. Un uomo al volante. E sotto, ben nascosti, i segni di un commercio oscuro.
Ora, dietro le sbarre, quell’uomo dovrà rispondere delle sue azioni. E intanto, mentre le indagini proseguono per ricostruire la rete più ampia che ha partorito quel viaggio carico di droga, Capena torna a dormire.
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