Politica

“Senza invio truppe sì a vertici coi leader Ue”. E ribatte a Macron

Visto che non si parla più di invio di truppe in Ucraina, l’Italia è disponibile “come sempre a partecipare a qualsiasi formato con i partner europei e occidentali per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina“. Giorgia Meloni lo dichiara al termine del bilaterale col cancelliere tedesco Friedrich Merz a Palazzo Chigi, all’indomani delle polemiche sull’esclusione dall’incontro di venerdì a Tirana tra i leader di Francia, Regno Unito, Polonia e Ucraina. E dopo l’articolo di Die Welt, secondo cui i socialdemocratici di Berlino non volevano più considerare Roma un partner strategico della Germania. L’incontro di oggi cerca di sfumare le schermaglie dopo l’episodio di Tirana: Meloni ha giustificato l’assenza spiegando che si trattava di un formato composto da chi voleva mandare i soldati al fronte, ma è stata smentita seccamente da Macron, che ha precisato come il fulcro del dibattito fosse il cessate il fuoco. Cosa peraltro ribadita anche oggi da Merz. Non solo: il presidente francese ha parlato di “false informazioni” aggiungendo che “ce ne sono a sufficienza di quelle russe”. La premier, di fianco a Merz, gli ha risposto: è ora di accantonare i “personalismi”.

“Non posso che prendere atto del fatto che dalle parole del presidente Macron l’invio delle truppe non è più un tema di discussione. Soprattutto nel momento in cui l’ipotesi dei soldati pare sia tramontata – ha continuato -, a maggior ragione siamo disponibili come sempre a partecipare a qualsiasi formato con i partner europei e occidentali per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina”, ha precisato. E nel discorso entra anche l’unità dell’Occidente, punto sollevato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari che ha attaccato i partecipanti all’incontro ristretto. “Tenere unito l’Occidente è sempre stata la nostra forza dall’inizio dell’invasione russa consentendo a tutti di esprimere il loro punto di vista. Questa è sempre stata per l’Italia una priorità e quindi è forse necessario in un momento delicato come questo abbandonare un po’ i personalismi che rischiano di minare l’unità dell’occidente che è stata fondamentale e resta fondamentale“.

A confermare come i soldati da mandare al fronte non siano oggetto di dibattito è stato anche Merz. “Non c’è nessuna decisione né discussione sull’invio di truppe in Ucraina” e sia nell’ambito dell’Ue che della Nato “in questo momento ci adoperiamo tutti per arrivare a un cessate il fuoco”, ha dichiarato il cancelliere, tranquillizzando anche sul fronte delle relazioni tra i due Paesi, perché – ha detto – l’Italia resta “un partner strategico irrinunciabile nella politica europea ed estera”. E facendo così sfumare le imbarazzanti indiscrezioni di Die Welt, come ha evidenziato anche la premier. “È stato un incontro molto aperto, cordiale, ma soprattutto molto operativo, concreto, che credo rappresenti la smentita più efficace alla presunta assenza di interesse del governo tedesco a un rapporto con l’Italia”, ha puntualizzato.

Al termine del bilaterale Meloni ha sottolineato come il tema immigrazione sia stato centrale nell’incontro con Merz. “Penso davvero che lavoreremo molto bene insieme per consolidare quel cambio di approccio che si è affermato in questi anni in Europa e che ritiene prioritaria la lotta ai trafficanti di esseri umani, la difesa dei confini esterni, il rispetto della legalità, il rafforzamento dei rimpatri e una cooperazione da pari a pari, nuova, un nuovo modello di cooperazione con i paesi africani, con i paesi di origine, con i paesi di transito”. Quanto all’iniziativa del governo italiano sul fronte dell’immigrazione ha precisato che “non è una lettera alla Corte europea dei diritti dell’uomo ma ai nostri partner europei per interrogarci sulle convenzioni europee e la capacità che hanno oggi, a distanza di qualche decennio da quando sono state scritte, di affrontare le questioni che noi abbiamo bisogno di affrontare”. “Quindi – ha aggiunto – per evitare che si dica anche domani che c’è un’ingerenza sul lavoro dei giudici diamo una corretta interpretazione. Stiamo aprendo un dibattito politico per capire se le convenzioni alle quali siamo tutti legati sano in grado di affrontare le sfide che dobbiamo affrontare”.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »