«Senza il posto di lavoro con moglie e 8 figli. Come potrò mantenere la famiglia?»
COMUNANZA C’è un’atmosfera diffusa di sfiducia e tra le i tanti lavoratori intenti a presidiare il sito di Villa Pera che la Beko Europe vuole chiudere. Qualcuno, specialmente coloro, in molti, che hanno alle spalle più anni di attività produttiva si sfoga dicendo che sentono di aver dato tantissimo a questa fabbrica e ora si sentono traditi.
Il progetto di vita
In moltissimi hanno costruito negli anni, attraverso il lavoro dipendente qui, prima con la proprietà Merloni, poi con Whirlpool e ora con Beko Europa , anche il loro progetto di vita, facendo affidamento su un’industria considerata sempre sicura, in quanto forte, quindi al riparo da incertezze. Gente che ha costruito la loro famiglia puntando sulla retribuzione di questo lavoro, ha messo al mondo figli. E ora? Senso di smarrimento e delusione. Il simbolo di queste storie di vita, le tante che hanno attraversato anni d’impegno e di dedizione è Clelio Cardi, che lavora nello stabilimento di Villa Pera da trentadue anni.
Otto figli da mantenere
La chiusura avrà conseguenze molto gravose per la sua vita, come in quella di quasi tutti gli altri. «Ho una famiglia di numerosa di otto figli – dice – questa è una situazione di estremo disagio, che rasenta il dramma. Per sostenere il mio nucleo familiare ci sono dei costi non indifferenti. Si è creata questa situazione improvvisa anche se c’erano delle avvisaglie su un provvedimento negativo da parte dell’azienda ma non eravamo e non siamo pronti ad accettarlo. La chiusura dello stabilimento di Comunanza avrà ripercussioni tremende sul mio futuro e su quello della mia famiglia. Non so come potrò riuscire a mantenere un nucleo così numerosi con i soli ammortizzatori sociali». Ripercussioni simili che riguarderanno, probabilmente, anche molti suoi colleghi. Conseguenze pesanti e l’angoscia che si legge sui volti nelle madri e padri di famiglia, spesso anche con figli piccoli. Poi ci sono i più giovani, i lavoratori interinali a tempo, ne sono 35, che hanno dipinto nello sguardo il disorientamento e l’incertezza di un futuro da costruire o si sta edificando.
I lavoratori interinali
Come il ragazzo che era stato chiamato al lavoro diverse volte fino al 2009 poi di nuovo richiamato a settembre scorso e ora la batosta. O un altro suo collega, sempre interinale, che si è trasferito qui da Fabriano poiché la moglie aveva trovato lavoro a Sarnano. Ma ora lui si troverà di nuovo senza un’occupazione. E allora addio di progetti futuri. Ma la chiusura della Beko mette sulla strada anche cinquantenni che non avranno grosse chance di ricollocarsi altrove ora che le aziende cercano soprattutto giovani per sfruttare le agevolazioni fiscali previste dalle leggi. Insomma storie di vita anche sofferta che troppo spesso sfuggono o rischiano di passare in sordine.