Senigallia, ricorso al Tar contro ponte Garibaldi. Il papà di Mattia Luconi: «Offesa per tutti noi»
SENIGALLIA La struttura commissariale tira il freno sui nuovi interventi post alluvione, dopo il ricorso al Tar contro ponte Garibaldi, in attesa dell’udienza del 7 maggio. «Faremo di tutto per non mettere in difficoltà nessuno – dice il vicecommissario Babini -. Intanto lavoriamo sugli interventi in corso, per i nuovi rallentiamo». A presentare il ricorso sono state diverse associazioni ambientaliste, e non solo, guidate da Italia Nostra, di cui è presidente cittadino Marco Lion, politico di lungo corso già onorevole dei Verdi e candidato, non eletto, in consiglio comunale nel 2020 con la civica di centrosinistra Diritti al futuro.
Gli effetti collaterali
Sugli effetti collaterali, tra cui i soldi da restituire, se tutti gli atti verranno annullati, Lion rassicura: «Nessuno l’ha mai pensato, come maliziosamente sostiene Babini. Fa dell’inutile allarmismo, se non del terrorismo». Ribadisce di aver contestato il decreto del ponte ma, tra gli atti impugnati, ce ne sono anche della protezione civile nazionale e del Governo. Se annullati, tutto verrà rimesso in discussione. Dure le reazioni. «Sono molto arrabbiato», sbotta Tiziano Luconi, il padre del piccolo Mattia vittima dell’alluvione del 2022. «Dopo tutto quello che è successo – aggiunge – gli ambientalisti contestano oggi l’estetica di un ponte quando in passato non hanno fatto nulla per pretendere la sicurezza del territorio. Si sono mai chiesti perché il ponte è saltato? La piena si è portata via tutto a monte, perché il fiume non era sicuro. Se avessero in passato preteso gli interventi necessari, oggi ci sarebbe ancora il ponte e io avrei il mio Matty, che nessuno potrà restituirmi. Questo ricorso è un’offesa a tutti noi. L’alluvione, evidentemente, non l’hanno vissuta, altrimenti avrebbero più rispetto». Amareggiato, prosegue: «E’ la solita storia all’italiana, si guarda il dettaglio senza vedere il resto, ognuno il proprio orticello. Non si fa. Ai giudici voglio dire: azzerare tutti gli atti per noi sarebbe un’altra ondata di fango addosso, come far affogare di nuovo le persone. Agite con il buon senso. La gente ha avuto bisogno di quei soldi e i lavori devono continuare perché finora sono stati fatti e pure bene, ma se non si potrà proseguire tutti saremo di nuovo esposti».
C’è il panico. Cittadini e imprenditori sono molto preoccupati, come conferma Andrea Morsucci, referente del Comitato Tra 2 Fiumi. «Siamo tutti allarmati. Non si gioca sulla pelle degli alluvionati. Se si blocca tutto che fine facciamo? La sicurezza del fiume? Le famiglie e le imprese? I ristori la gente li ha presi per sistemare la casa o l’azienda, il solo pensiero che qualcuno abbia messo a rischio tutto questo, ci lascia senza parole. E sappiamo tutti che è una manovra politica». L’ipotesi è davvero remota ma c’è chi fa notare come le sentenze non sempre siano scontate. «Ad ogni modo un primo danno è già stato fatto perché abbiamo perso un mese fino al 7 maggio».