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Sempre più pensionati tornano al lavoro: il primato al Nord Europa


Il caso Spagna: cultura del riposo e sistema generoso

In Spagna, il rientro al lavoro dopo il pensionamento è un’eccezione più che una regola. Solo il 4,9% dei cittadini tra i 50 e i 74 anni continua a lavorare dopo aver ricevuto la pensione, uno dei tassi più bassi dell’Eurozona. Le ragioni sono molteplici.

Da un lato, il sistema pensionistico spagnolo è tra i più generosi in Europa: l’assegno può arrivare a sostituire tra il 70% e l’80% dell’ultimo stipendio, riducendo la necessità economica di restare attivi. Dall’altro, una normativa rigida ha storicamente penalizzato la combinazione tra pensione e lavoro, soprattutto per i lavoratori dipendenti.

Sebbene esistano formule come la “jubilación activa”, che permette di lavorare senza limiti di orario dopo il raggiungimento dell’età pensionabile legale, la cultura del lavoro spagnola tende ad associare la pensione al ritiro totale, al riposo, e non alla continuità. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, solo il 18,8% dei lavoratori attivi post-pensione lo fa per bisogno economico: per gli altri prevalgono ragioni sociali o motivazioni personali, come il fatto che il coniuge lavori ancora o il desiderio di mantenersi occupati.

Repubblica Ceca: riforme e incentivi per lavorare oltre i 67 anni

Nel 2024, la Repubblica Ceca contava circa 195 mila pensionati occupati, di cui la metà aveva superato i 67 anni. Più dell’80% era regolarmente impiegato come dipendente, il resto lavorava con contratto o come autonomo. Un dato in crescita costante: secondo l’Istituto di statistica ceco, nel 2021 i pensionati attivi rappresentavano oltre il 10% della forza lavoro.

Questo aumento è stato accompagnato da una profonda riforma pensionistica, varata a fine 2024, che ha alzato l’età pensionabile, rallentato l’indicizzazione degli assegni e introdotto esenzioni contributive per i pensionati che lavorano. Dal 2025, infatti, chi continua a lavorare dopo il pensionamento non paga più i contributi previdenziali, ottenendo un beneficio netto stimato in circa 52 euro al mese per redditi medi.


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