Sei aziende tra Toscana e Umbria, protagoniste a Sansepolcro per la prima edizione di Bevi
Alta Valle del Tevere tosco-umbra, terra anche di vino? A testimoniarlo sono le sei aziende dislocate su entrambi i versanti di un territorio omogeneo, che il 25 e 26 ottobre saranno presenti a Sansepolcro in occasione di “B.E.V.I. – Borgo Eccellenze Vinicole Italiane” con i loro prodotti (vini rossi, bianchi, rosati e vinsanti) e con anche novità. Iniziamo con quelle che hanno sede nel versante umbro e allora la precedenza spetta a Paola Biagioli e al marito Luigi Merendelli, titolari dell’azienda agricola “La Palerna” con sede nella collina appenninica alta e fresca, ma soleggiata (siamo intorno a quota 600 sul livello del mare), che sovrasta San Giustino e il comprensorio. “Abbiamo iniziato nel 2002 e siamo stati i primi in Altotevere sia a coltivare il Pinot Nero e il Sangiovese Grosso, che a produrre lo spumante con il metodo classico”, hanno ricordato. Nudo di Palerna, Cimento (Pinot Nero), Rosa di Martino, Cospaia 1441, Rossovaldimonte (da tavola) e Pinot Nero Palerna i prodotti, ai quali si aggiunge il Rossovaldimonte del 2024, che ha una caratteristica: “E’ soltanto Sangiovese senza passaggio in legno e senza solfiti aggiunti, che abbiamo fatto in collaborazione con Aboca”, precisano Paola e Luigi.
Altre due le realtà che insistono su San Giustino: la casa vinicola “La Fornace”, portata avanti da un giovane imprenditore, Corrado Adreani di 27 anni, che già da 5 ha avviato un’attività articolata su altrettante etichette: Sangiovese, Petit Verdeau, Colorino, Grechetto e Trebbiano. “Un comprensorio nel quale la viticoltura può avere interessanti prospettive – dichiara con entusiasmo Adreani – perché la qualità esiste e riscuote successo. Per ciò che mi riguarda, lavoro molto con gli americani”. E dalla zona in cui le vigne si coltivano prende il nome la Tenuta Montione, nella frazione di Celalba. I ricordi della fanciullezza, con il vino sempre presente, sono stati il pungolo giusto per altri due coniugi, Romina Sgoluppi e Alessandro Zazzi, che da una decina di anni si distinguono per le produzioni di NatoRe (Umbria Rosso Sangiovese), AnimoRosa (ovviamente un rosato) e Vignale (chardonnay), tutti con denominazione Igt. “In futuro stiamo pensando anche al Merlot – dicono Romina e Alessandro – e comunque i riscontri che abbiamo sono eccellenti, nei ristoranti della zona come sul mercato estero”. Trasferendosi dalla parte toscana, i punti di riferimento sono Sansepolcro, Anghiari e Caprese Michelangelo.
Nel capoluogo della Valtiberina, pioniera della situazione è la famiglia Boninsegni: era il 1911 quando Mario Boninsegni acquistò il podere “Cinque Vie”, nell’immediata periferia cittadina. Il vino è di casa da oltre un secolo, anche se una prima svolta vi fu negli anni ’60 con Francesco, che decise di trasformare l’attività in azienda, impiantando vigneti con varietà tipiche della Toscana. Il testimone è oggi passato ai due figli di Francesco, Giovanni e Giuseppe, esperti del settore, che lavorano per aumentare ancora di più la qualità aprendo la cantina poco fuori del centro storico assieme all’elegante punto vendita. “Cinque Vie” è il marchio che contraddistingue lo chardonnay, il Vivace e il Bianco, tutti Igt Toscana provenienti dalle Cantine Boninsegni. Ma “Cinque Vie” è anche vinsanto, del quale in vallata c’è grande tradizione, come dimostra la quantità di produttori, compreso Francesco Olivoni (terzo al concorso di maggio a Sansepolcro), che possiede una vigna nella frazione di Gragnano, dove a sua volta è presente il vigneto di Marcello Medici, presente a Bevi con la sua “Oca Rossa”.
Ad Anghiari opera la cantina di Daniele Del Gaia: l’azienda è stata fondata dal padre, Milton, negli anni ’70 e i primi vigneti sono stati impiantati nei terreni del Podere di Roncione. A fine anni ’90, l’avvento di Daniele, perito agrario che ci mette del suo, rinnovando cantina, impianti e produzione; le sue tre etichette di vino sono Podere Volterrena (rosso Sangiovese), Milton (rosso merlot) e Roncione (bianco blend). “A Bevi porterò anche l’ultimo nato, il Rosè di Sangiovese, frutto della vendemmia 2024”, ha aggiunto Del Gaia. La terra natale di Michelangelo Buonarroti, ossia Caprese, è quella in cui si trova la Società Agricola Aliotti e anche in questo caso i conduttori sono una coppia anche nella vita: Francesca Del Morino e Simone Dori, che hanno piantato le vigne nel 2016. “La prima vendemmia – spiegano – è stata quella del 2019 e il microclima della zona di Caprese ben si adatta alle nostre due qualità”. Che si chiamano Pinot Nero e Chardonnay. “Il terreno si sposa bene con i due vitigni – aggiungono – essendo franco sabbioso con molto “Galestro”, che regala sapidità ai vini. Il cambio climatico ha favorito la maturazione delle uve”. Prodotti che hanno un mercato quasi esclusivamente italiano.
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