Veneto

“Segnaletica acquea funzionale ma stridente con il contesto veneziano”. La lettera

Venezia

SEGNALETICA ACQUEA

UTILE E FUNZIONALE MA ESTETICAMENTE STRIDENTE 

CON IL PECULIARE CONTESTO VENEZIANO 

Frutto di un lungo lavoro di concertazione tra enti diversi ed elaborata in seguito ad uno specifico concorso di idee, la segnaletica relativa alla circolazione acquea, varata alcuni anni addietro, ha indubbiamente il merito di aver posto fine al caos e all’anarchia che caratterizzavano il complesso ed eterogeneo traffico urbano nei canali e rii cittadini prima del suo arrivo, disciplinandolo in maniera univoca e inequivocabile, con grande vantaggio, oltre che per la sua sicurezza, per il suo ordinato svolgimento.

In considerazione della peculiarità di Venezia, e delle energie profuse nella fattispecie, ci si sarebbe tuttavia legittimamente attesi una segnaletica assai diversa, che fosse anzitutto maggiormente in armonia con il particolare contesto in cui veniva inserita e che, inoltre, non si limitasse a scimmiottare in tutto e per tutto la segnaletica stradale: come se l’assenza di remore estetiche, valida in genere per le anonime arterie stradali della terraferma, potesse valere anche per la Laguna, il Canal Grande e i caratteristici rii di Venezia.

L’utilizzo intensivo e scriteriato della pletora di segnali di cui è costituita – analogo, né più e né meno, a quello obbligatorio per la circolazione stradale – fa sì, inoltre, che tale segnaletica risulti, oltretutto, anche non poco stridente: non c’è imbocco di canale o ponte, infatti, che  a causa del numero eccessivo di cartelli apposti in essi dai colori peraltro in genere assai vistosi, ancorchè funzionalmente utile, non faccia invariabilmente storcere il naso per contro, quantomeno sotto il profilo estetico, finanche a molti di coloro che, a suo tempo, la votarono.

Enzo Pedrocco


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