«Se ti prendiamo, non ne esci vivo». Bullizzato a 15 anni si barrica in casa, poi lo dice ai genitori
ANCONA Per settimane gli avrebbero reso la vita impossibile, tra spintoni e prese in giro fuori da scuola. Ma è soprattutto sui social che si sarebbero scatenati con minacce e invettive: «Stai attento ad uscire di casa», «ti veniamo a cercare e se ti troviamo non ne esci vivo». Un incubo per un 15enne anconetano, così grande da spingerlo a barricarsi in casa, rinunciando alle lezioni scolastiche e allo sport. Alla fine, ha avuto il coraggio di dare voce al dolore provato. E ha detto tutto ai genitori: «Mi bullizzano, non so più come fare».
La segnalazione
Dalla famiglia è così partita la segnalazione alla questura. Partita l’istruttoria della Divisione Anticrimine, non c’è voluto molto per individuare i cinque spacconi che stavano tartassando il ragazzino. Nei confronti del branco, composto da giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni, il questore Cesare Capocasa ha sventolato il cartellino giallo. Un ammonimento per dire loro di cambiare subito rotta e smetterla con le condotte vessatorie. Alcuni bulli vanno in classe con il 15enne. All’interno della comitiva le etnie sono miste: ci sono italiani, nordafricani e sud-asiatici.
Le violenze
Stando a quanto ricostruito dalla questura, i soprusi sarebbero andati avanti per settimane, diventando così martellanti da indurre il 15enne a chiudersi in casa. Gli spacconi erano soliti aspettarlo fuori da scuola per insultarlo e prenderlo a spintoni, senza neanche un preciso motivo. Così, giusto per il gusto di dare fastidio a qualcuno che vedevano come diverso, come un ragazzino che non poteva appartenere al loro gruppo di bulli. Ma non solo. La comitiva gli avrebbe reso la vita impossibile anche sui social, tempestandolo di messaggi contenenti frasi minatorie. I poliziotti hanno ricostruito le chat di messaggistica, con foto e video utilizzati per schernire il 15enne.
Ieri ricorreva la giornata mondiale dedicata al contrasto del bullismo e del cyberbullismo, in occasione della quale la polizia ha ricordato che, di fronte a comportamenti vessatori, è possibile richiedere la misura di prevenzione dell’ammonimento del questore. E’ inoltre possibile segnalare episodi di bullismo inviando anche una segnalazione all’applicazione Youpol. Le parole del questore Capocasa a tutte le vittime dei bulli: «Si può uscire dal bullismo, bisogna farsi aiutare, parlando e parlandone. I poliziotti e le poliziotte sono pronti ad accogliervi e ad ascoltarvi. Non vergognatevi, trovate il coraggio e lasciate che vi aiutiamo».