se “sciupare le femmine” è ancora roba da rockstar
(Ex) sciupafemmine e tiratardi: così si racconta ancora Davide Scabin, che pure forse dovrebbe staccarsi di dosso quell’immagine, se ha voglia di farci sapere chi è ora (e cosa sta cucinando)

Indovinate un po’? Davide Scabin è una ex rockstar. Anzi no, un ex genio. Non sappiamo quante volte, negli anni, abbiamo ascoltato questa narrazione, ancora e ancora, cucita addosso a quello che è stato sicuramente uno dei più grandi cuochi italiani contemporanei, ma che ora viene raccontato sempre e soltanto per quello che era. E se va bene a lui, essere fotografato in questa perenne amarcord che poco dice di nuovo, chi siamo noi per dire qualcosa? D’altra parte, uno finito nella storia gastronomica (italiana e non solo) con piatti come il Cyber egg di certo non riuscirà mai a distaccarsi troppo da quelle pagine lì, che restano appiccicate addosso come colla, e spesso è impossibile voltarle. Però sul resto, sul fatto che Scabin è Scabin perché al Combal.Zero si facevano le 4 del mattino a bere gin tonic, sul fatto che sciupava le femmine e beveva e fumava, su tutto questo anche basta, ve lo chiediamo con il cuore.
Davide Scabin e il digiuno

E invece, in una nuova intervista a Cook del Corriere, Scabin si racconta ancora così. E non è colpa della giornalista, lei fa anche le domande giuste, eppure lo chef sembra imprigionato a raccontare sempre e soltanto quel che era. Per quel che è (in cucina) restano due righe due al fondo della chiacchierata. “Nasco saucier”, ripete (e scopriamo che queste due parole sono una delle sue frasi preferite, evidentemente, ripetute un’intervista dopo l’altra esattamente uguali), e spiega che il suo core business sono i brodi. Stop.
Poi, su quel che fa oggi il cuoco che tanto piace a Masterchef, c’è poco altro: il digiuno intermittente (lo faccio anche io, chef, pare vada di moda!), l’alcol lasciato indietro e le donne, con cui finalmente ha un rapporto di “profondità e fiducia”, dopo anni passati a dar seguito alla sua inguaribile indole “da sciupafemmine” (chef, ascolti un consiglio, questa parola era brutta vent’anni fa, nel 2025 suona orribile). Ah, e la politica, perché non è vero che lui è di destra, è “l’unico vero comunista” che conosca.
Tutti quelli che copiano Scabin
E figurarsi se non era così. Davide Scabin, d’altra parte, ha questa tendenza a essere unico, solo, irripetibile. E a sentirsi e venir considerato tale. Tanto che, in un momento in cui “non c’è fermento” nella cucina italiana, né ci sono geni gastronomici da attenzionare, lui s’è accorto – dice – di come in molti in questi anni lo abbiano copiato.
Perfino il ristorante numero uno al mondo, il Disfrutar, ha preso spunto da Davide Scabin. Anzi no, ha proprio copiato. “Un giorno navigando su YouTube, capito per caso su un video girato da un cliente al ristorante Disfrutar di Barcellona”, dice. “Vedo che gli presentano un’insalata in cui foglie e germogli vanno mangiati in sequenza. Eh, scusate, ma quella è la mia Check salad, pari pari, che è del 2008”.
Pure Franco Pepe forse l’ha copiato, perché il suo “Ricordo di uno sbaglio” più che uno sbaglio ricorda la sua Zuppizza (non gli si può neanche dar troppo torto, in effetti).
Davide Scabin, che doveva fare l’informatico, alla fine ha fatto lo chef, l’innovatore, il precursore di René Redzepi e compagnia bella (ipse dixit, eh). Eppure, evidentemente, gli piace farsi ricordare perché era una rockstar, beveva gin tonic e sciupava le femmine. De gustibus.
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