Friuli Venezia Giulia

Scossone in Sviluppo e Territorio: si dimettono Marchiori e Malacart. News: è l’ora di Pujatti?

PORDENONE – Una giornata di addii importanti e colpi di scena ha scosso la Camera di Commercio di Pordenone, dove l’associazione Sviluppo e Territorio ha vissuto il suo punto di rottura. Ieri, 8 luglio, durante un’assemblea straordinaria, Alberto Marchiori – fondatore e presidente dell’associazione sin dalla sua nascita – ha rassegnato le proprie dimissioni, seguito poco dopo dal direttore Andrea Malacart. Un gesto che segna la fine di un’era durata 16 anni e apre ufficialmente una fase di transizione incerta. Da indiscrezioni raccolte in anteprima da pordenoneoggi emerge che il prossimo presidente potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, il presidente di Pordenonefiere Renato Pujatti, anche se il “boccino” per statuto sarebbe in mano ad Ascom Confcommercio e sarà interessante vedere se il presidente Fabio Pillon e i vertici dell’associazione mercantile saranno d’accordo con questa designazione.

Marchiori, figura storica del commercio pordenonese e tra gli artefici dei principali progetti di rigenerazione urbana della città, ha lasciato la guida con parole amare: «Come sempre arriva il momento di lasciare – ha detto leggendo la lettera di dimissioni – anche se avrei preferito un rapporto più franco». Dopo aver fondato Sviluppo e Territorio nel 2009, il suo impegno si è concretizzato in progetti come il Pisus e il Bando Periferie, che hanno portato milioni di euro per il rilancio del centro storico e del terziario locale.

Il clima, però, era tutt’altro che sereno. L’assemblea si è svolta in un’atmosfera tesa, definita da alcuni presenti “soffocante”. A pesare, divergenze strategiche con la nuova leadership di Ascom, rappresentata dal presidente Fabio Pillon. Due visioni differenti su gestione e prospettive, forse anche sulla direzione del progetto “Pordenone Capitale italiana della Cultura”, hanno reso impossibile la coesistenza.

«Quando fondai l’associazione – ha ricordato Marchiori – l’obiettivo era creare una struttura capace di intercettare fondi e supportare i Comuni nella rigenerazione urbana. È triste uscire così, ma è nella natura delle cose».

Subito dopo l’uscita di scena di Marchiori, è arrivata quella di Andrea Malacart, manager e braccio operativo dell’associazione fin dalla sua nascita. «La mia è una scelta di responsabilità – ha spiegato – non ha senso restare senza presidente e consiglieri. Non c’è polemica, solo coerenza». Infatti, quasi tutto il consiglio direttivo ha rassegnato le dimissioni.

Al centro della crisi, anche il mancato voto del bilancio 2024 e i dubbi sollevati da Pillon già durante la riunione del 10 giugno scorso, in particolare sulle voci relative al progetto “Uniti & Digitali”. L’assemblea di ieri era la prosecuzione di quell’incontro mai concluso. Anche in questa occasione, il bilancio non è stato approvato.

Sul futuro dell’associazione, ora pesa la necessità di un rinnovo radicale. Toccherà a Giovanni Lessio, presidente del Teatro Verdi, traghettare l’ente verso una nuova assemblea che dovrà eleggere il consiglio e approvare i conti. Una sfida delicata, considerando che Sviluppo e Territorio è da sempre un ponte tra pubblico e privato, e un supporto fondamentale alle amministrazioni locali per l’attrattività e lo sviluppo del territorio.

Dal fronte politico, il sindaco Alessandro Basso prova a rassicurare: «Il progetto di Capitale della Cultura va avanti a gonfie vele. Ora è tempo di riavvolgere il nastro e formulare una nuova proposta». Più cauto il deputato Emanuele Loperfido, assente all’assemblea ma convinto che «Sviluppo e Territorio resti lo strumento giusto per accompagnare la crescita della città. Bisogna ricostituire l’organigramma al più presto».

Dietro le quinte si rincorrono ipotesi e ricostruzioni. C’è chi contesta perfino la legittimità della convocazione dell’assemblea da parte di Marchiori, chi parla di divergenze sulla gestione dei fondi legati alla cultura, e chi riduce tutto a una questione di personalismi.

Una cosa però è certa: la creatura fondata da Marchiori per rilanciare Pordenone si trova oggi senza guida. E la città, tra saluti istituzionali e fratture strategiche, guarda con attenzione a un nuovo inizio tutto da scrivere.




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