scoperta shock in un padiglione chiuso da tempo
È un ritrovamento che lascia attoniti, quello fatto questa mattina tra i corridoi del San Camillo di Roma, ospedale tra i più grandi e trafficati della Capitale.
In un padiglione abbandonato e in fase di ristrutturazione, uno scheletro umano è stato scoperto all’interno del vano ascensore, sepolto da anni sotto un cumulo di rifiuti e polvere. Un’immagine macabra, uscita da un tempo sospeso, che ora apre interrogativi inquietanti.
Il teatro del ritrovamento è il padiglione Monaldi, un edificio chiuso e dichiarato inagibile da anni. Proprio lì, dove un tempo si trovava il reparto di patologia clinica neuromuscolare, oggi entrano solo operai e tecnici.
E proprio uno di loro, mentre ispezionava l’area al piano terra, ha notato qualcosa di anomalo tra i rottami nel vano di uno degli ascensori: ossa umane, in parte disarticolate ma ben visibili. Lo scheletro giaceva in silenzio, probabilmente da anni.
Il mistero delle ossa
Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della stazione Monteverde Nuovo, che hanno isolato la zona e richiesto l’intervento della sezione rilievi del nucleo investigativo di via in Selci.
Insieme a loro anche il medico legale, chiamato a una prima analisi dei resti. Le ossa appaiono “datate” – questo il primo riscontro –, ma solo gli esami forensi potranno stabilire con certezza da quanto tempo quel corpo fosse lì, e soprattutto chi fosse.
Un padiglione fantasma
Il padiglione Monaldi, oggi fatiscente, era già stato ristrutturato tra il 1999 e il 2000, ma non fu mai riattivato. Con il passare degli anni si è trasformato in terra di nessuno, rifugio per senza fissa dimora, tossicodipendenti, emarginati.
Nessuna sorveglianza costante, nessun controllo regolare. Un vuoto, nel cuore di una struttura pubblica, che ora chiede conto di quale silenzio abbia nascosto un corpo per così tanto tempo.
Le indagini
I carabinieri stanno ora lavorando per ricostruire l’identità della vittima: nessun documento, nessun segno distintivo, solo le ossa.
Saranno fondamentali gli esami antropologici e genetici per capire se si tratti di un uomo o una donna, e stabilire un’età approssimativa al momento della morte. Parallelamente si incroceranno i dati con le persone scomparse negli ultimi vent’anni nella zona di Roma.
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