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Scontro Severgnini-Travaglio. “C’è un aggredito e un aggressore”. “Ue e Usa hanno scelto il suicidio assistito dell’Ucraina”

Durissimo scontro a Otto e mezzo (La7) tra il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il giornalista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini.
La miccia è il precedente intervento di Travaglio, dal quale Severgnini dissente totalmente: “Ricordo a Marco e alle molte persone che la pensano come lui, che se non fosse stato per l’Unione Europea, per gli Stati Uniti e per l’eroismo degli ucraini, la situazione sarebbe stata diversa. Putin puntava su Kiev e ancora lì dopo tre anni ha tre milioni e mezzo di persone sotto le armi, compresi i riservisti a cui dovrà dare un lavoro dopo la fine della guerra e ha perso un milione e centomila soldati. E per cosa? Per prendere quel pezzo di terra, quando in realtà voleva prendersi tutto. Quindi, che tutto sia stato inutile, secondo me, non è vero, Putin è in grande difficoltà”.

Travaglio replica: “Non è vero che abbiamo aiutato l’Ucraina a migliorare la sua situazione. Avremmo invece salvato l’Ucraina se l’avessimo aiutata a negoziare a Istanbul, quando Putin non chiedeva un centimetro quadrato di terra ma semplicemente il rispetto degli accordi di Minsk. E cioè l’autonomia speciale per il Donbass, la rinuncia alla Nato e la parziale demilitarizzazione. E invece l’abbiamo condannata a morte: quello che ha fatto l’Europa e gli americani fino all’arrivo di Trump è stato il suicidio assistito di un popolo e di un paese. Qualcuno ne dovrà pagare le conseguenze, non Trump con le sue follie”.

Severgnini ribadisce: “Io trovo che invece l’Europa abbia fatto il possibile. Marco, tu e tantissimi continuate a dimenticare che gli ucraini si sono difesi da solo all’inizio, altrimenti questo qua prendeva Kiev e andava oltre”.
“Da soli? – insorge Travaglio – Ma lo sai che l’esercito gliel’ha messo in piedi la Nato dal 2014? Cosa dici? Ma hai studiato la storia su Topolino?”.
“L’Ucraina è la nostra linea di difesa europea”, afferma la firma del Corriere.
“Ma figuriamoci”, commenta contrariato il direttore del Fatto.
Severgnini replica: “Ricordati sempre che l’Ucraina ha rinunciato a tutte le armi nucleari nel ’94”.
“Sì, in cambio della neutralità”, ribatte Travaglio.
“Putin si è rimangiato completamente la parola e ha attaccato un paese – continua Severgnini – C’è un aggredito e un aggressore, è inutile che continuiamo a girare la frittata. Però vedrai che prima o poi Putin smette”.

“Quello che dimentichi – risponde il direttore del Fatto – è che gli accordi prevedevano la neutralità dell’Ucraina. Noi abbiamo promesso che i paesi ex sovietici diventati indipendenti sarebbero rimasti neutrali. Li abbiamo fatti entrare tutti nella Nato e ne mancavano due, questo è quello che è successo. Come fai a dimenticarti una cosa così fondamentale? Ora non ne parla più nessuno dell’Ucraina nella Nato, ma se dal 2008 non avessimo annunciato che entrava nella Nato, questa guerra non ci sarebbe stata“.


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