Sciopero Lidl, a Genova lavoratori in presidio davanti al supermercato di Campi
Genova. “È la scintilla che potrebbe incendiare un intero settore quello che sta accadendo in casa Lidl Italia, la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale scaduto oramai da più di quattro anni ha subito una brusca frenata, e ora il malcontento è esploso”. Così si legge in una nota della Filcams Cgil che ha indetto per oggi, a livello nazionale, uno sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di Lidl Italia. A Genova un gruppo di lavoratori ha organizzato per oggi, sabato 24 maggio, un presidio davanti al supermercato di corso Perrone, a Campi.
“Dopo mesi di trattative, la proposta economica messa sul tavolo da Lidl Italia è stata giudicata irricevibile: 200 euro in buoni spesa e 100 euro lordi una tantum, subordinati alla firma dell’integrativo. Una proposta offensiva, soprattutto alla luce degli utili miliardari della catena multinazionale”, prosegue la nota.
“Nel 2024, Lidl Italia ha superato i 7 miliardi di euro di fatturato, con utili netti stimati attorno a 1,3 miliardi. Un’espansione aggressiva; solo su Genova otto punti vendita, una quota di mercato in costante crescita e una rete sempre più capillare, ma nessuna redistribuzione concreta di questi profitti verso chi, ogni giorno, regge sulle proprie spalle l’intero sistema: cassiere, addetti ai banchi, magazzinieri”, continua il sindacato.
“Il malessere, però, non è solo economico, ad esempio sull’organizzazione del lavoro: orari imprevedibili, carichi eccessivi, contratti part time per oltre il 75% del personale, contratti a chiamata e la sicurezza nei punti vendita. Un modello aziendale fondato sull’estrema flessibilità, che toglie certezze e svuota di senso la parola “programmazione”.
Filcams Cgil chiede “chiarezza sugli orari, maggiore stabilità, rispetto per la vita privata delle persone. Lidl non è solo un colosso della distribuzione. È il laboratorio di un nuovo sistema economico e sociale della grande distribuzione organizzata dove margini altissimi si fondano su una forza lavoro sottopagata e compressa”, conclude il sindacato.