Sci e altri sport invernali. Il Presidente SIOT: «Mentre si scia è fondamentale non esagerare con la velocità, mantenere le distanze di sicurezza e non avventurarsi in fuoripista senza esperienza o senza guide qualificate»
Con le vacanze natalizie alle porte molte persone si stanno preparando a lasciare la città e a passare qualche giorno in montagna, per rilassarsi e divertirsi sulle piste da sci o di pattinaggio. Secondo i dati Istat 2025, sono oltre 2,4 milioni coloro che ogni anno praticano sport invernali, attività estremamente benefiche per la salute ma che non sono esenti da rischi, soprattutto per modalità e tempistiche di fruizione.
Spesso, infatti, sono praticati solo nei weekend o durante una finestra temporale limitata data dalle festività e se il fisico non è preparato a questa full immersion sportiva le probabilità di incorrere in traumi, distorsioni, contratture e dolori muscolari acuti sono concrete, soprattutto se ci si fa prendere dalla voglia di esagerare. «Gli errori più comuni dei cosiddetti weekend warriors sono la mancanza di preparazione, i gesti tecnici eseguiti in modo scorretto, il voler recuperare in poco tempo ciò che non si è fatto nel resto dell’anno e la sottovalutazione della fragilità dei tendini, soprattutto con l’avanzare dell’età», spiega Michelangelo Giampietro, docente di scuola di specializzazione Medicina dello sport e dell’esercizio fisico all’Università Sapienza di Roma.
Secondo l’ultima indagine dell’Istituto Provinciale di Statistica della Provincia Autonoma di Bolzano, durante la stagione 2024/25 si sono registrati 11.905 infortuni sulle 98 piste da sci dell’Alto Adige, con un aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente. Il ginocchio è la sede più frequentemente coinvolta con il 35,9% dei casi complessivi tra distorsioni, stiramenti e contusioni. Seguono i traumi alla spalla (13%) con lussazioni, fratture e contusioni; e alla testa (8,6%), con contusioni o lievi traumi cranici.
Come fare quindi per evitare di trasformare le vacanze sulla neve in vacanze in infermeria?
Scegliere l’attività giusta per sé
Non tutti gli sport invernali impattano allo stesso modo sul corpo e per evitare guai è fondamentale scegliere non solo quello che si reputa più piacevole, ma anche il più sostenibili per sé. «Le attività aerobiche come sci di fondo o trekking offrono benefici cardiovascolari e sono meno traumatiche dal punto di vista muscolare, mentre quelle anaerobiche come sci alpino o snowboard prevedono sforzi intensi e movimenti bruschi, aumentando il rischio di traumi acuti», spiega Giampietro.
Non esagerare
Anche se quando ci si diverte spesso ci si crede invincibili, la verità è che non è così e pretendere troppo da se stessi in poco tempo può costare caro.
L’ideale sarebbe prepararsi alla settimana o al weekend bianco con un po’ di allenamento nei giorni precedenti ma, se non si può, diventa fondamentale ascoltare i segnali del corpo, non spingerlo oltre i propri limiti e fermarsi quando si è stanchi.
Fare riscaldamento
Scendere dalle piste con sci o snowboard o praticare altre attività a freddo è un errore che potrebbe portare a spiacevoli conseguenze, evitabili compiendo un riscaldamento ad hoc prima di iniziare, come spiega Pietro Simone Randelli, Presidente SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. «Stretching dinamico, mobilità articolare e qualche minuto di attivazione muscolare riducono le rigidità che possono favorire cadute o torsioni improvvise».
Indossare sempre i dispositivi di protezione e controllare gli strumenti che si usano
Sempre SIOT raccomanda di usare sempre il casco – obbligatorio per legge – per scendere dalle piste, e munirsi di guanti rinforzati e paraschiena, potenti strumenti nella prevenzione degli infortuni più gravi.
Attenzione anche alle condizioni di sci e snowboard, che non devono essere rovinati e vanno regolati in base a peso, altezza e abilità. Lame e attacchi vanno verificati presso centri specializzati, perché se mal regolati aumentano i rischi.
Essere prudenti
Anche se si è aspettato questo momento tutto l’anno non si deve essere spinti dalla voglia di sciare a tutti i costi. Se a causa di meteo avverso, visibilità ridotte, presenza di ghiaccio in pista ed eccessivo affollamento si percepisce che la sicurezza non sia al top meglio rinunciare.
Se le condizioni peggiorano in corsa, invece, il consiglio di Simone Randelli è di rallentare o fermarsi. «Mentre si scia poi è fondamentale non esagerare con la velocità, mantenere le distanze di sicurezza e non avventurarsi in fuoripista senza esperienza o senza guide qualificate. Attenzione, infine a rimettersi sugli sci o snowboard dopo un pranzo pesante o dopo consumo di bevande alcoliche: peggiorano i riflessi, l’equilibrio e la prontezza a proteggersi dagli infortuni».
Fare attenzione a ciò che si mangia
Anche alimentazione e idratazione giocano un ruolo chiave nella prevenzione degli infortuni e non dovrebbe mai essere lasciata al caso. «La disidratazione e la carenza di zuccheri aumentano il rischio di crampi e lesioni muscolo-tendinee. Prima e durante l’attività fisica, via libera quindi a zuccheri semplici, frutta secca, acqua e bevande leggermente zuccherate. Non dimentichiamo proteine, calcio e vitamina D per la salute muscolo-articolare» sottolinea Michelangelo Giampietro.
E se comunque ci si fa male?
Pur tenendo tutte le accortezze necessarie, può comunque capitare di incorrere in piccoli infortuni. In questi casi, l’automedicazione responsabile aiuta a ridurre dolore, gonfiore e limitare il disagio. «Dopo un trauma acuto, come una distorsione o una contusione è fondamentale mettere in atto subito il protocollo PRICE – Protezione, Riposo, Ice, Compressione, Elevazione – afferma Michelangelo Giampietro. – Il ghiaccio va applicato sulla zona colpita per non più di 10 minuti consecutivi, a intervalli, per ridurre il gonfiore e il dolore. La compressione e l’elevazione aiutano a contenere l’ematoma e favoriscono un recupero più rapido».
Per alleviare dolore e infiammazione, possono essere utilizzati anche farmaci antinfiammatori o antidolorifici, in gel, creme o compresse, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione. «I farmaci topici sono utili per un’azione mirata sulla zona interessata. Nei casi di evidente contrattura muscolare, invece, possono essere indicati i miorilassanti, ma sempre con cautela: la tempistica di utilizzo è fondamentale: prima si comprime e si raffredda l’area, poi, se necessario, si interviene con il miorilassante» precisa il professore, sottolineando comunque l’importanza di farsi guidare dal farmacista in queste circostanze.
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