SchwuZ, storico locale gay di Berlino, dichiara bancarotta dopo 50 anni

Il club SchwuZ di Berlino, locale gay più antico e grande della Germania, ha dichiarato bancarotta dopo quasi mezzo secolo di attività, vittima dell’inflazione e di una cultura della festa in continua evoluzione che minaccia la vita notturna di Berlino. Secondo il quotidiano britannico Guardian, il locale è in grossa difficoltà sotto il profilo economico: a maggio il club ha ridotto gli orari di apertura, licenziato personale e chiesto aiuto ai clienti abituali attraverso una campagna di crowdfunding, ma senza ottenere grandi risultati.
La dirigenza dello SchwuZ ha però pubblicato un messaggio su Instagram precisando che non vuole arrendersi. Il post infatti sottolineava il ruolo fondamentale del locale nella scena Lgbtq+ di Berlino fin dalla sua fondazione a Kreuzberg nel 1977, contribuendo due anni dopo al lancio della parata del Christopher Street Day e della rivista queer Siegessäule. “Per quasi 50 anni, SchwuZ è stato più di un semplice club. È un secondo salotto. Un luogo per l’arte queer, la comunità, la famiglia, la resistenza. Molti di noi hanno trovato qui quello che cercavano: una casa, la famiglia che abbiamo scelto e la libertà”, si legge nel post.
Secondo l’emittente pubblica Rbb, le entrate del locale erano in calo da mesi e la bancarotta dello SchwuZ si inserisce in un contesto di crisi generale dei club di Berlino, definito dalla stampa tedesca come “Clubsterben“, la morte dei club. Sembra infatti che un insieme di fattori abbia messo in crisi la movida berlinese: l’economia in difficoltà, l’invecchiamento della clientela abituale, l’aumento degli affitti e dei prezzi dell’elettricità. In dieci anni il numero di discoteche si è dimezzato e molti locali hanno chiuso i battenti.
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