Marche

«Scelta non facile ma è un simbolo dell’accoglienza italiana»


MACERATA Caffè a un euro in piazza a Macerata. Aldo Zeppilli, titolare del Centrale, è tra gli ultimi baluardi: ha lasciato da anni il prezzo invariato per i clienti che consumano al bancone. Sono ormai pochissimi nelle Marche i locali che offrono l’espresso a questo prezzo. Tra questi c’è lo Skizzo Bar, sul lungomare di Senigallia. E anche nel caso di Macerata la location è speciale. 

Il Centrale si trova proprio nel cuore della città, nello storico palazzo che ospita anche il Comune, a pochi metri dalla torre civica con il suo orologio planetario. «So bene che oggi mantenere il prezzo del caffè a un euro non è una scelta facile – spiega Zeppilli -. Non vuole essere una provocazione nei confronti degli altri bar, né una gara al ribasso: ogni attività ha la propria struttura, i propri costi e le proprie strategie. Anzi, rispetto profondamente chi ha dovuto fare scelte diverse, perché so quanto oggi sia difficile tenere in piedi un’attività». Il titolare del Centrale entra nel merito: «Nel nostro caso ho deciso di mantenere il caffè a un euro per diverse ragioni. Anzitutto perché rappresenta solo una parte del nostro business (è anche ristorante e albergo diffuso, ndr), abbiamo una proposta più ampia e articolata, e per questo possiamo permetterci di tenere il caffè a un prezzo più accessibile, come gesto simbolico e culturale. Il caffè è uno dei simboli dell’Italia e del nostro stile di vita. È il primo incontro con il cliente, spesso il primo impatto con il nostro territorio per chi arriva da fuori».

 

Il gesto

C’è un aspetto che il titolare del Centrale vuole sottolineare: «Mi piace l’idea che turisti, viaggiatori e cittadini trovino ancora un gesto semplice, diretto e accogliente. Collaboriamo inoltre con una torrefazione locale di grande qualità, e questo rende la proposta ancora più legata alla nostra identità. Va detto anche che per un caffè semplice il lavoro richiesto è minimo, e che preferisco valorizzare altri prodotti dove ci sono maggiore complessità, impegno e investimento di tempo. Sono quelli, per me, i prodotti su cui è più giusto tarare un eventuale aumento di prezzo». Ma le ragioni sono anche altre. «C’è poi un elemento pratico, ma non banale: il fatto che il caffè costi un euro, una cifra tonda, evita lo scambio continuo di spiccioli e rende la percezione più semplice, quasi immediata. È un gesto che comunica facilità d’accesso, informalità, e che molti clienti apprezzano – sottolinea Zeppilli -. Detto questo, non so per quanto riusciremo a mantenere questo prezzo. I costi aumentano di continuo, e siamo tutti ben consapevoli di quanto l’inflazione abbia inciso in questi ultimi anni. Finché il costo del caffè all’ingrosso resta intorno ai 30 euro al chilo, e considerando che da un chilo si possono ricavare 120-140 tazzine, il prezzo resta ancora sostenibile. Ma se l’ondata inflattiva non rallenta, saremo costretti anche noi a rivedere qualcosa». Zeppilli spera che il sistema si stabilizzi: «In questi anni abbiamo affrontato aumenti costanti e spesso imprevedibili, ed è sempre più difficile fare programmazione. Ma finché sarà possibile, continueremo a offrire un caffè a un euro, come piccolo gesto di accoglienza e di semplicità».




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