Economia

Scatta il parental control di Stato, ecco come attivarlo e difendere i figli su Internet

Da oggi 21 novembre i genitori hanno uno strumento gratuito e di facile uso per proteggere i propri figli dai problemi dei web. Scatta infatti il primo “parental control” di Stato, per legge.

Un filtro che impedirà l’accesso a contenuti inadatti ai minori. A un’analisi più approfondita, risulta che un po’ di fatica comunque i genitori dovranno farla, perché gli operatori telefonici – un po’ come al loro solito – hanno interpretato variamente quest’obbligo di legge di offrire gratis il parental control, che prima si facevano pagare.

Partiamo dagli aspetti comuni.

L’obbligo di legge al parental control

La legge chiede che le schede sim intestate a minori siano dotate di un sistema automatico di controllo parentale per limitare l’accesso a Internet. Questa disposizione non si applica ai minori che utilizzano schede sim registrate a nome dei genitori, una pratica che ora diventa ancor meno consigliabile.

In ogni caso i genitori possono chiedere gratis di attivare (o disattivare) il filtro su qualunque sim di persone su cui hanno potestà genitoriale o intestata a loro stessi. Gli operatori consentono lo stesso anche sulla rete fissa.

Quali siti sono bloccati

L’Autorità garante comunicazioni (Agcom) ha stilato un elenco delle principali categorie soggette al controllo parentale, che quindi saranno inaccessibili su sim o utenze dov’è attivo il blocco.

  • Siti web destinati ad un pubblico adulto che mostrano nudità totale o parziale in un contesto sessuale pornografico, accessori sessuali e attività orientate al sesso; siti che supportano l’acquisto online di tali beni e servizi. Gioco d’azzardo o scommesse: siti che forniscono informazioni o promuovono il gioco d’azzardo o supportano il gioco d’azzardo online e/o le scommesse.
  • Siti che forniscono informazioni, promuovono o supportano la vendita di armi e articoli correlati. Violenza: siti che presentano o promuovono violenza o lesioni personali, incluse lesioni autoinflitte, il suicidio, o che mostrano scene di violenza gratuita, insistita o efferata.
  • Siti che promuovono o supportano l’odio o l’intolleranza verso qualsiasi individuo o gruppo. Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute: ad esempio siti che promuovono o supportano l’anoressia o la bulimia, l’uso di stupefacenti, di alcol o di tabacco.
  • Anonymizer: siti che forniscono strumenti e modalità per rendere l’attività online non rintracciabile.
  • Siti che promuovono metodi, mezzi di istruzione o altre risorse per influire su eventi reali attraverso l’uso di incantesimi, maledizioni, poteri magici o esseri soprannaturali. Non è ancora chiaro quali saranno i siti specificamente bloccati. L’Agcom comunicherà i criteri per identificare i siti da bloccare. Nel frattempo, gli operatori possono utilizzare blacklist create da loro stessi o prese da terze parti affidabili e specializzate.

Come attivare i filtri

Le modalità di attivazione cambiano a seconda dell’operatore. Solo alcuni hanno attivato in automatico il blocco alle sim intestate ai minori. Tutti certo permettono l’attivazione su richiesta, con modalità variabili però: via call center, via pagina personale sul web, via app. Conviene contattare l’operatore per apprendere com’è possibile fare. Iliad al momento sembra il solo ad avere scelto di regalare un’app (quella di McAfee), che quindi i genitori potranno installare sui dispositivi usati dai figli. Alcuni operatori consentano di personalizzare i blocchi (disattivazione di specifiche categorie in quella lista).

Il blocco su fisso, richiesto all’operatore, si applicherebbe ovviamente a tutti gli utenti connessi su quella rete (genitori inclusi).

Altri sistemi di parental control

È probabile che alcuni genitori sentiranno l’esigenza di attivare altri sistemi di parental control, oltre a quello di base offerto dagli operatori. Ad esempio per limitare alcune app specifiche (tempo di utilizzo o blocco completo), come i social. O per limitare fasce orarie e quantità di tempo di utilizzo. Va detto che solo pochi genitori si trovano a proprio agio con questi tipi di parental control, su app o integrati nelle funzioni del cellulare. Per di più, i figli sono bravi ad aggirarli, spiando la password al genitore. Motivo che ha spinto il legislatore a dare a tutti un parental control di base e di (presunta) facile attivazione.

Per attivare il parental control al minore che naviga a casa in Wi-Fi (su fisso) non c’è però alternativa ad applicare sistemi ulteriori rispetto a quello di Stato. Un’alternativa, a questo proposito, è attivare un account Wi-Fi dedicato al minore e dotato di parental control. Possibile farlo su alcuni router più avanzati, come quelli Fritz!Box o Netgear.


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