scarcerato per motivi di salute
È tornato in libertà per motivi di salute. Dallo scorso venerdì, Roberto Meocci, 59 enne di Sinalunga conosciuto come il “re delle truffe” in quanto artefice di una serie di singolari e complessi raggiri ai danni di vari imprenditori aretini è fuori dal carcere e non è sottoposto a misure cautelare. A permettere la scarcerazione sono stati i giudici del tribunale di sorveglianza di Firenze che hanno disposto un “differimento della pena”, per premettere all’uomo di curarsi. C’è il massimo riserbo sul tipo di patologia che lo affligge. Tutto in attesa di una nuova udienza, fissata in 10 aprile, nella quale sempre il tribunale di sorveglianza dovrà esprimersi sull’incompatibilità delle condizioni di salute dell’uomo e il regime carcerario.
Intanto Meocci è potuto tornare a casa e riassaporare la libertà. Dovrà scontare pene fino al 2030 (la somma complessiva raggiungeva il 2035, ma poi ha avuto uno sconto) per una serie di raggiri di cui è stato protagonista. Truffe da film, nei quali è riuscito a fingersi erede della casa farmaceutica Menarini, avvocato, amico di Lotito, figlioccio di Andreotti e anche nipote di Moratti. Nella sua rete sono finiti imprenditori come Cantarelli (al quale propose di produrre divise per il Milan) e un noto locale di Arezzo (aveva convinto il proprietario a poter vendere l’attività a un prezzo esorbitante ad acquirenti cinesi).
Una fantasia galoppante ma anche una spregiudicatezza disarmante nel mettere a segno i suoi colpi. Per ogni mirabolante affare che proponeva chiedeva alcuni pagamenti per coprire le spese iniziali, per far si che tutto andasse in porto: e così incassava migliaia e migliaia di euro.
Adesso toccherà ai giudici decidere se la sua salute gli permetterà di scontare la pena in carcere. Per ora, fino al 10 aprile, sarà in libertà.
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