Marche

Scarafaggi al Salesi, disinfestata la stanza del neonato operato. Il dg Gozzini si arrende: «La struttura è vecchia»


ANCONA Non aprite quella porta. Al secondo piano dell’ospedale pediatrico Salesi, nel reparto di neuropsichiatria infantile, c’è un nido di blatte. O meglio, c’era fino a qualche ora fa. L’hanno trovato (e poi rimosso) gli operai di una ditta specializzata, allertati dalla direzione dopo la denuncia di una mamma che aveva visto degli scarafaggi a zonzo accanto al letto del figlio appena operato al cervello.

La caccia

Proprio da quella stanza, la numero 10 di neuropsichiatria, i ghostbuster delle blatte sono partiti nella loro indagine. E non hanno nemmeno dovuto fare tanta fatica per arrivare alla loro conclusione. «Avevano fatto il nido sotto la copertura di un muro» racconta Armando Gozzini, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Torrette. Parla di «un focolaio», visto che «abbiamo trovato più scarafaggi in quell’intercapedine». Tutti prontamente neutralizzati e rimossi dai disinfestatori. «Mi sento tranquillo» confessa poi Gozzini. Sicuro del fatto che «non risultano altre blatte in tutto l’ospedale». I cacciatori di insetti hanno battuto palmo a palmo ogni angolo del reparto e della struttura sanitaria di via Corridoni. Nonostante ciò, in via precauzionale, «abbiamo provveduto a installare esche dappertutto». In particolare, «in tutte le aree di passaggio». «Così da evitare che possa esserci qualche spostamento» motiva il dg. Non resta che aspettare, dando modo alle trappole di fare il loro lavoro e di certificare (o meno) l’avvenuta bonifica. Nel frattempo, comunque, «la stanza numero 10 resta chiusa» in attesa del ripristino.

Emergono dettagli in più anche sul tipo di animali. Si tratta di blatte di origine orientale, «portate nell’ospedale sotto forma di uova da qualche zaino o contenitore» riferisce Gozzini. Almeno questa è la conclusione cui sono arrivati i disinfestatori. Magari un genitori o un piccolo paziente, ignari di avere addosso il germoglio della vita di questi animali infestati. Il clima mite e umido dell’ospedale, unito alla facilità di trovare qualche residuo di cibo, hanno fatto il resto.

Le rassicurazioni

«Meno male che ce ne siamo accorti» non nasconde il direttore. Che ci tiene a dire: «Non è tutto il Salesi a essere invaso dagli scarafaggi». Anzi. «Non diamo colpe a questo presidio, le blatte avremmo potute trovarle anche a Torrette». Ma sono state trovate al Salesi, un’eccellenza per la cura dei pazienti fragili per antonomasia: i bambini. «Un ospedale vetusto come questo può favorire certi fenomeni, come qualsiasi altro vecchio ospedale» si difende Gozzini. A costo di risultare ripetitivo, il dg torna su un concetto già espresso: «Si è trattato di un episodio isolato». Un guaio nato e morto tra le quattro mura di quella stanza numero 10 del reparto di neuropsichiatria, al secondo piano dell’ospedale pediatrico delle Marche.

Isolato o meno, il caso ha suscitato non poche polemiche.

Non deve essere stato facile neppure per la mamma autrice della scioccante scoperta. Lei che quegli insetti li ha visti scorrazzare a pochi passi dal figlioletto ricoverato dopo una delicata operazione al cervello. In quella stanza che doveva essere il suo rifugio. Eppure, con quelle fotografie e con quella denuncia, probabilmente ha impedito il peggio. Ha evitato che gli scarafaggi facessero in tempo a spostarsi, raggiungendo magari altre stanze o altri reparti.

Chissà cosa sarebbe potuto succedere. Quanto accaduto riaccende però i riflettori sulla necessità di un rapido trasferimento del principale ospedale pediatrico regionale, imprigionato da un secolo in una struttura vecchia e non più adeguata ai carichi di lavoro di un’eccellenza di questo livello. Dopo sei anni di rinvii, in via Conca sono ancora in corso i lavori di costruzione della nuova sede. Del nuovo ospedale Salesi, che dovrebbe vedere la luce entro il 2026. Il condizionale è d’obbligo, visto che è dal 2011 che se ne parla e che la prima data di consegna prevista era stata fissata per il 2020. Che questa sia (davvero) la volta buona?




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