Scandalo “hot” al Corni, l’insegnante ottiene il reintegro e gli stipendi arretrati

Era balzata agli onori della cronaca per le sue azioni “sconvenienti” mentre svolgeva un incarico di insegnamento all’Istituto Corni di Modena, all’inizio del 2023. Ora otterrà il reintegro come impiegata amministrativa e riceverà un risarcimento economico.
Il fulcro dello scandalo riguardava un video pornografico all’interno dell’edificio scolastico. La docente aveva mostrato agli studenti un filmato a carattere sessuale che la ritraeva con il suo compagno. Le accuse non si limitavano a questo: venivano segnalati anche contatti fisici inappropriati con gli alunni, descritti come “carezze e abbracci” che, secondo i resoconti, arrivavano a includere il toccamento delle parti intime di alcuni ragazzi.
Tuttavia, le indagini penali per l’ipotesi di adescamento di minori, avviate subito dopo la rivelazione dei fatti, sono state archiviate. La wquestione si è quindi sposta sul versante civile, inerente l’attività lavorativa presso l’istituto modenese.
La Sezione Lavoro del Tribunale civile di Modena ha riconosciuto come legittima la sua rimozione dall’incarico di docente, ma allo stesso tempo ha imposto all’istituzione scolastica di riassegnarla immediatamente al suo ruolo iniziale di personale ATA (Ausiliario Tecnico Amministrativo) con contratto a tempo indeterminato. Il verdetto ha riconosciuto alla dipendente anche le retribuzioni non percepite da luglio 2023 fino al 2 gennaio 2024.
La motivazione chiave è stata espressa nella massima: “La decadenza dall’incarico di insegnante non può pregiudicare il diritto a esercitare il rapporto di assistente”. La donna, che ricopriva un incarico di supplenza come docente di sostegno, si era momentaneamente assentata (in aspettativa) dal suo impiego di ATA presso un’altra scuola superiore fino al giugno 2023.
Nonostante la chiara gravità del comportamento, il giudice del lavoro ha accolto la richiesta di rientrare nel ruolo di assistente amministrativa. Poiché la posizione di ATA è di natura esclusivamente amministrativa – quindi senza contatto diretto con gli studenti – e non essendo stato avviato un licenziamento per giusta causa specificamente per quel contratto, il vincolo a tempo indeterminato è rimasto valido.
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