Marche

scacco alla baby gang di Porto Recanati, in 8 nei guai

PORTO RECANATI – Erano diventati l’incubo di tanti adolescenti che se potevano evitavano di passare in alcune zone di Porto Recanati dove sapevano avrebbero potuto incontrare qualcuno del branco.

La voce delle minacce e delle aggressioni subite da alcuni malcapitati era circolata in fretta tra i banchi di scuola, sui social e su Whatsapp anche attraverso i filmati che i bulli registravano per documentare le botte e le umiliazioni inferte. Tra i coetanei quel gruppo era conosciuto come NS, No snitch, ovvero No spie. E anche questo nome aveva contribuito a intimidire i ragazzini, ma un conto sono le spie un altro i coraggiosi. Così qualcuno che ha capito che era arrivato il momento di reagire c’è stato e ha trovato la forza di opporsi ai bulli usando armi diverse dalle loro.

La reazione

Le prime denunce hanno fatto scattare le indagini dei carabinieri di Porto Recanati. Per settimane i militari guidati dal luogotenente carica speciale Vito De Giorgi hanno visionato filmati, raccolto testimonianze e compiuto una serie di ulteriori attività per mettere fine alla violenza della baby gang e tassello dopo tassello il quadro è apparso subito chiaro. I carabinieri hanno scoperto l’esistenza del gruppo No snitch per poi dare un volto e un nome agli autori di almeno quattro aggressioni, di cui due particolarmente gravi avvenute tra Porto Recanati e Recanati, da dicembre scorso fino ad aprile di quest’anno.

Il gruppo

Otto giovanissimi, tra i 14 e i 16 anni, sono stati denunciati a vario titolo per tentata estorsione, tentata rapina, lesioni e minaccia. La maggior parte di loro vive all’Hotel House, altri a Potenza Picena e a Loreto. Sei sono italiani di seconda generazione, uno è tunisino e solo uno è italiano. Per cinque di loro (una ragazza e quattro ragazzi), tra maggio e giugno, sono scattate le misure, tre sono stati collocati in una comunità e due hanno la permanenza in casa. Tra loro c’è il minore che il 23 gennaio scorso ha pestato uno studente all’uscita di scuola dell’Itis di Recanati.

L’episodio

Al ragazzino era stato spruzzato lo spray al peperoncino negli occhi ed era stato colpito anche quando era a terra con calci e pugni. Per lui la prognosi era stata di 30 giorni. Dopo qualche giorno aveva incontrato uno dei bulli, non era quello che lo aveva aggredito ma evidentemente sapeva già quello che era successo: «Così impari a farti i c… tuoi con le ragazze degli altri», gli aveva detto. Anche un altro studente era stato pestato perché era uscito con la ragazzina “sbagliata”, la ex di uno della baby gang. A lui era andata anche peggio.

A febbraio, all’uscita di un’altra scuola di Recanati, era stato avvicinato da due giovanissimi al giardinetto Aula Verde. Lo avevano umiliato costringendolo a inginocchiarsi e a chiedere scusa ad alcuni componenti della baby gang, poi mentre uno lo prendeva a schiaffi un altro registrava il video. Un paio di settimane dopo sul lungomare di Porto Recanati lo avevano accerchiato di nuovo. Erano in tre, uno aveva un bastone, uno il telefono per filmarlo. Lo avevano colpito con dei pugni in faccia, poi dopo averlo fatto inginocchiare lo avevano preso a calci in bocca. Il ragazzo era riuscito a scappare trovando rifugio nella caserma dei carabinieri.




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