sarà uno dei migliori indie del 2026?
Nel 2023 lo avevamo accolto come uno degli indie migliori dell’anno (eccovi la recensione di Planet of Lana). E tra qualche mese Planet of Lana sarà pronto a darci di nuovo il benvenuto nelle sue meravigliose lande con un sequel che sembra proprio voler preservare la personalità artistica e ludica del capostipite e portarla a piena maturazione. Se ciò che desiderate da Planet of Lana 2 Children of the Leaf è un gioco che evolve senza trasformare, allora siamo pronti a scommettere che non vi deluderà. Durante la Gamescom 2025 abbiamo potuto provare una demo di circa un’ora, strutturata in modo tale da permetterci di saggiare in parte le novità che questa nuova avventura si porta in dote, da una superiore varietà in termini di art design fino a un maggior ventaglio di possibilità di interazione. E mentre tutto s’evolve e si fa più ostile, una cosa resta costante: la delicatezza.
Un’avventura più grande
Lì dove il primo atto si era interrotto, ricomincerà Children of the Leaf. Eviteremo di anticipare alcunché sul versante narrativo: Planet of Lana d’altronde dura all’incirca 5 ore (a voler star larghi), quindi tanto vale giocarci, perché ne vale assolutamente la pena. Diciamo che il rapporto tra uomini e macchine si è fatto qui ancora più approfondito, e che – in base a quanto detto dagli autori durante la prova – la storia sarà più profonda e intricata, e si dipanerà lungo un racconto dalla longevità duplicata rispetto a quella del titolo d’esordio. Doppia durata equivale anche a maggiore varietà di situazioni.
La ricercatezza dell’art design si manifesta di nuovo in un’avventura dai toni raffinati e tenui, accarezzata dalle eleganti sonorità di un sempre impeccabile Takeshi Furukawa. È ancora sua la colonna sonora di un’esperienza che pare aver inserito un numero molto più alto di biomi da attraversare. La demo era stata concepita proprio per mostrare un accenno della diversificazione che ci attenderà nel gioco completo: ecco perché siamo partiti dal terzo capitolo, ambientato in un paesaggio innevato, per poi arrivare nel quinto atto, in un’alternanza di prigioni austere, foreste lussureggianti e grotte subacquee. All’arricchimento del comparto artistico si accompagna la moltiplicazione delle minacce. Questa volta non solo i robot ostacoleranno l’avanzamento di Lana e Mui, ma anche gli esseri umani. Evitare i pericoli è un imperativo, com’era prevedibile, e lo scontro diretto, per ovvie ragioni, è ancora impraticabile. Tuttavia le capacità di Lana, unite a un rapporto ancora più simbiotico con Mui, ci daranno la facoltà di sopravvivere anche dinanzi agli ostacoli più difficili.
Agilità e intelligenza
Lana è cresciuta, ed è diventata più agile. Ora si controlla con maggiore fluidità, tra scatti, salti, scivolate e arrampicate. E può anche nuotare sott’acqua, con tutto ciò che ne consegue sul fronte della varietà. In un livello, ad esempio, abbiamo dovuto esplorare parte dei fondali, cercando il modo di potare Mui con noi (incapace di immergersi), e superando la ronda di minacciose creature marine.
Per avanzare senza farci vedere, e stando ben attenti a riprendere fiato quando necessario, abbiamo appreso anche l’abilità di controllare, tramite il nostro amabile compagno, alcuni pesciolini nerastri, a loro volta dotati della caratteristica di diffondere in acqua una nuvola di inchiostro che oscura la vista dei predatori e che, se posizionata correttamente, permette di passare inosservati. Da Lana a Mui, e da Mui ai pesci: una catena di controllo che fa leva sulle proprietà di ogni risorsa utile del pianeta. Nella porzione di avventura ambientata in una foresta, invece, abbiamo preso il comando – sempre tramite il nostro Mui multifunzione – di un insetto che, una volta abbeveratosi con un sufficiente quantitativo di acqua, ha permesso a dei boccioli di germogliare, con la conseguente formazione di liane che Lana può usare per proseguire.
La connessione tra la protagonista e il suo amico è insomma sempre più forte, ed è stata questa simbiosi a regolare gran parte degli enigmi in cui ci siamo imbattuti nella demo. L’avanzata delle macchine può essere arrestata momentaneamente facendo ricorso ai poteri di Mui, in grado di emettere un segnarle per prenderne il controllo e dando così alla ragazza l’opportunità di sgattaiolare rapidamente oltre il loro campo visivo. Il cervello è come sempre la nostra arma principale.
Non si sfugge senza pensare, valutare i punti ciechi dell’ambiente, capire come sfruttare l’agilità di Mui. Nel livello della prigione, ad esempio, quando i due protagonisti sono stati separati, abbiamo dovuto gestire gli spostamenti della creaturina dalla distanza, indicandole dove saltare e posizionarsi, quale interruttore attivare e dove indirizzarsi. Mui può agire anche stando molto lontano da Lana: ne deriva un level design più ampio e stratificato, con una serie di puzzle di maggior complessità basati sull’immancabile cooperazione tra i due protagonisti.
Nel solco tracciato dai sequel di stampo tradizionale, Planet of Lana 2 si inserisce quindi alla perfezione. Il team Wishfully ha ampliato la sua visione, l’ha resa più sostanziosa, con l’intento evidente di voler raccontare un’altra storia di crescita e legami, con gli affetti, con le macchine, con il diverso, con la natura.
Source link