Società

Sara Gama si ritira: «Il mio orgoglio, la mia gratitudine»

Con il suo esempio quotidiano, con la sua ambizione e la sua disciplina, con la responsabilità di una storia personale che è di molti; Sara Gama è stata in questi anni la figura e la figurina più rappresentativa del calcio femminile italiano. Si è ritirata dall’attività agonistica in queste ore. Scende dalla giostra a 36 anni, con il sorriso e nessun rimpianto come sempre.

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«Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre» dice in un lungo videomessaggio durante il quale ripercorre le tappe della sua carriera. Quel pallone ha cominciato a rincorrerlo sul lungomare della Barcolana quando era una bambina, a Trieste, dove è nata figlia di padre congolese e madre triestina.

Era l’unica bambina in una squadra di maschi. È stato in quel momento che ha cominciato a calciare (anche) i pregiudizi. Una capitana coraggiosa, Sara Gama. Anche quando al braccio non aveva legata quella fascia bianca che poi è diventata il suo segno distintivo.

Non è stata la più forte calciatrice del nostro calcio, lo sa bene. Ma è consapevole di essere stata – probabilmente – la più importante. Perché la più riconosciuta e riconoscibile. Non è un caso che per lei – unica sportiva italiana – sia stata creata una apposita Barbie.

È stata modello per tutta una generazione che – guardandola giocare – ha pensato che sì, la strada era lunga, ma valeva la pena percorrerla. Le tappe della sua carriera sono note: il debutto in Serie A col Tavagnacco a diciassette anni, la prima volta in azzurro a diciannove (140 le presenze complessive, a febbraio dell’anno scorso ha dato l’addio ufficiale alla nazionale), l’incoronazione a leader del calcio femminile italiano e i Mondiali in Francia del 2019 che la confermano tra le migliori calciatrici del mondo, le esperienze all’estero, tra Los Angeles e Parigi, i grandi successi – 13 i trofei (6 scudetti, 3 Coppa Italia e 4 Supercoppa) messi in bacheca in otto stagioni – con la Juventus nell’età della maturità.

Ed è proprio alla Juventus che Gama, al momento di congedarsi, regala una carezza. «Tanti trofei e tante battaglie. Ma soprattutto, un club che ha fatto diventare realtà anche i sogni che non sapevamo di avere». E la Juventus l’ha salutata così attraverso i suoi canali social: «Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio».




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