Sanità, medico di guardia assente nei turni di continuità assistenziale. Lo Snami: “Sistema al collasso” | isNews
Il sindacato esprime preoccupazione per l’impossibilità crescente di garantire assistenza in Molise, a causa di una strutturazione obsoleta del servizio e della cronica carenza di medici
CAMPOBASSO. Mancata presenza del medico di guardia a Trivento e Bojano nei turni di continuità assistenziale, per Snami Molise di un episodio isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme di un sistema ormai al collasso.
Il sindacato esprime profonda preoccupazione per l’impossibilità crescente di garantire assistenza nei presidi territoriali, a causa di una strutturazione obsoleta del servizio e della cronica carenza di medici.
“Non è più sostenibile – dichiara Federico Di Renzo, presidente Snami Molise – pretendere che l’assistenza territoriale funzioni ancora secondo un modello pensato alla fine degli anni ’70, quando la medicina era altra cosa, c’era una pletora di laureati e la tecnologia attuale era impensabile. Oggi abbiamo telemedicina, reti digitali, intelligenza artificiale che devono essere parte integrante di un nuovo modello organizzativo. E invece siamo fermi a un sistema logoro e pensato oltre 50 anni fa.”
Il sindacato denuncia come la regione Molise, che ogni anno perde circa 2.000 abitanti, non possa continuare a mantenere un modello di sanità territoriale disegnato su una realtà demografica ed epidemiologica completamente diversa. È necessario ripensare radicalmente l’infrastruttura dell’assistenza, alla luce delle risorse del Pnrr, delle Case di Comunità e dei nuovi strumenti di medicina digitale.
“Occorre ripensare la prossimità – prosegue Antonia De Socio, segretario regionale – dalla distribuzione dei presidi alla valorizzazione della figura del medico, passando per investimenti concreti nella digitalizzazione e nella sicurezza del lavoro. Il nostro appello è che serve una svolta seria, responsabile, programmata. Non possiamo più aspettare il prossimo turno scoperto.
”In questo contesto, è positivo che il 18 giugno sia finalmente previsto il rinnovo dell’Accordo integrativo regionale, fermo da ben 18 anni. “È un primo passo – conclude Di Renzo – ma deve essere l’inizio di un percorso coraggioso di riforma, che metta al centro i professionisti e i cittadini, e che guardi al futuro della medicina territoriale con visione e concretezza.
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