Sangiuliano-Boccia: perché non è solo gossip (e Meloni si deve preoccupare)
Lo ha ripetuto al Tg1, che stravolge il palinsesto per inserire questa intervista, dopo che lo aveva già detto in colloquio alla premier Giorgia Meloni e in un’intervista alla Stampa: «non sono ricattabile». Il ministro Sangiuliano è andato in Tv a ribadire al direttore Gian Marco Chiocci, con i fogli stampati dei suoi movimenti bancari (mostrati di sfuggita), che nessun soldo pubblico è stato usato per i viaggi fatti da Maria Luisa Boccia, la consulente a cui il ministero non ha ratificato la nomina a fine agosto al centro del caso dell’estate: era una relazione sentimentale (finalmente non più un ambiguo «fatto privato») e ha pagato tutto lui con la sua carta di credito. Lo ha fatto per allontanare il sospetto di aver commesso il reato di peculato che era la prima preoccupazione di Giorgia Meloni, cui lui ha chiesto pubblicamente scusa. Ha detto anche, il ministro, di aver offerto le dimissioni, ma la presidente del Consiglio le avrebbe rifiutate. Quindi alla domanda: lei pensa di dimettersi? Sangiuliano ha risposto: «No, la premier mi ha chiesto di continuare».
Tutto risolto?
Se fosse vera la versione del ministro, che tanto rincuora Meloni e cui il servizio pubblico fa da megafono in prima serata, tutta la vicenda si ridurrebbe a una mera vicenda di letto, che in un Italia post Bunga Bunga non solo non sconvolge più nessuno ma fa quasi sorridere. Lo ha detto anche Sangiuliano: «Potrebbero venire fuori ancora solo dei messaggini che ci scambiavamo, come fanno tutti», nessuna informazione riservata, nessun documento classificato, nessun video o audio compromettente, nulla di nulla. Per Meloni va bene così, come avrebbe detto, «il resto è gossip». Ma se i messaggi, i video, le foto, che sembra debbano ancora uscire fossero commenti su altri ministri, sparate sul governo, critiche sulla gestione, insomma confidenze non amorose ma dal contenuto politico?
La replica di Boccia
Sicuramente sappiamo che c’è qualcosa in più. Boccia da Instagram, da dove in questi giorni ha smentito il Ministero, che inizialmente aveva negato sia di aver offerto la nomina sia di aver pagato i viaggi della consulente, ha scritto nelle storie: «Due punti fondamentali: perché è stata strappata la nomina? Perché nelle sue dichiarazioni al quotidiano la stampa è stata storpiata la realtà? Spero di non dover smentire ancora. Un bugiardo recidivo non sarebbe sicuramente gradito in Parlamento». E in una storia successiva: «Iniziamo a dire bugie!». Che cosa ci sta dicendo Boccia?
Il privato (whatssap, video, foto…) è politico
Non solo che contesta il motivo addotto dal ministro sul perché è stata ritirata la nomina promessa (Sangiuliano ha citato un «conflitto di interessi» e di avere deciso lui con il suo staff) – non sappiamo perché lo dica, attendiamo dettagli – qui si collocano tra l’altro tutte speculazioni «alla Sgarbi» sull’audio con la voce femminile che dice di interrompere qualsiasi rapporto anche lavorativo con Boccia, lui che ammette che la moglie gli avrebbe chiesto di allontanarla, eccetera, che spostano il piano della questione su una banale ripicca sentimentale. Boccia ci sta dicendo soprattutto che «un bugiardo recidivo non sarebbe gradito in Parlamento». Vi ricorda qualcosa?
Più Bill Clinton o Silvio Berlusconi?
Una volta, in un Paese lontano lontano, gli Stati Uniti, un presidente fu messo sotto impeachment per aver mentito agli americani. Bill Clinton e Monica Lewinsky ci hanno insegnato plasticamente che il privato è politico. Certo, lo so, non montiamoci la testa: noi abbiamo avuto il Bunga Bunga e la teoria dei «compartimenti stagni», «due pesi e due misure», mettetela come volete, ha una lunga storia. La propaganda ci ha spiegato che in Italia Berlusconi era un «grande statista» e quello che succedeva nelle sue stanze private era, appunto, privato. Tuttavia dopo il Berlusconismo, ossia nel Melonismo – ed è il motivo per cui Sangiuliano chiede scusa piangendo alla moglie, e subito dopo a Giorgia Meloni, nuovo Dio post-democristiano – anche il privato è tornato a contare. Meloni meno di un anno fa annunciava la rottura con il compagno Andrea Giambruno, silenziando lo scandalo sessuale in cui era finito, sua sorella Arianna ha dovuto spiegare la sua separazione: «il progetto politico va avanti, l’amore è un’altra cosa». Aspettiamo di capire se Sangiuliano abbia mentito o sia stato «sempre sincero» come, ha detto, gli avrebbe consigliato Meloni. E se lei sarà coerente di conseguenza.
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