Sandro Osnaghi, un visionario che fece il successo della Olivetti
Il sistema operativo, MOS – Multifuntional Operating System fu sviluppato interamente in casa, nelle sedi Olivetti di Ivrea e Cupertino, usando un Pascal esteso con funzionalità per la programmazione concorrente.
Il MOS, il cui sviluppo era costato più di 850 anni uomo, poteva di gestire diversi ambienti applicativi concorrenti e numerosi posti di lavoro, ed era inoltre scalabile su macchine di potenza crescente.
Si trattava di un sistema operativo in tempo reale, capace di supportare sviluppo software, elaborazione dati, applicazioni scientifiche, tecniche, bancarie, controllo di processo, in ambiente distribuito.
Grazie a queste caratteristiche assolutamente innovative per l’epoca, sul MOS si basarono applicazioni rilevanti, le cui storie, sconosciute al grande pubblico dell’epoca come di oggi, non hanno mai ricevuto il riconoscimento che meritavano.
Una è emblematica dello spirito che animava il gruppo di progettisti guidati da Sandro Osnaghi: nel 1979, il governo giapponese decise che fossero impiegati solo computer in grado di gestire le migliaia di ideogrammi KANJI. Per non rischiare l’uscita dal mercato giapponese Olivetti avviò un complesso progetto poiché tecnicamente si rendeva necessario gestire l’intero insieme di periferiche in modo integrato per risolvere la gestione degli ideogrammi da tastiera, a video, in stampa. Solo grazie all’architettura del MOS fu possibile soddisfare tempestivamente i requisiti del Governo giapponese.
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