San Nicolò e i Krampus, la leggenda da Trieste a Tarvisio
03.12.2025 – 7.30 – Venerdì partirà il treno storico (e non solo quello) da Trieste a Tarvisio per l’antica festa di San Nicolò e i Krampus. La sera del 5 dicembre è una delle più attese nel “capoluogo” della Val Canale. All’imbrunire, il centro del borgo alpino si popola di figure ancestrali, che sembrano uscite direttamente dai ventri di pietra fredda e dura delle montagne. Secondo alcuni, sono demoni. Per altri, sono invece esseri molto più antichi dei demoni. Creature che vivono sulla soglia della notte, le cui origini si perdono nelle notti della Storia della Mitteleuropa. Fanno la loro comparsa quando manca ancora qualche settimana al Solstizio d’inverno, al Natale di Gesù, e le giornate diventano sempre più corte. L’oscurità potrebbe dare l’impressione di prevalere sulla luce. Venerdì al tramonto San Nicolò e i Krampus attraverseranno le principali arterie del centro di Tarvisio – via Dante, via Vittorio Veneto, Via Roma – per approdare infine in piazza Unità. La comunità tarvisiana e i visitatori presenti accorreranno per assistere allo spettacolo. Saranno portate fiaccole di fuoco per illuminare il percorso e rintoccherà il suono metallico di catene e campanacci.
San Nicolò e i Krampus proseguiranno poi a Rutte Piccolo, incorniciato dai boschi. Saranno coinvolte anche frazioni come Coccau, Fusine, Centrale, Camporosso, Cave del Predil. Ogni porzione di territorio contribuirà con proprie iniziative. Il corteo sovrannaturale visiterà case e cortili. San Nicolò distribuirà dolci e piccoli doni ai bambini, mentre i Krampus agiteranno il loro misterioso messaggio. Il Comune di Tarvisio avverte: durante la sfilata bisogna mantenere una distanza di sicurezza dalle fiaccole e non attraversare il corteo, poiché i Krampus usano le fruste e si potrebbe rimanere accidentalmente colpiti; si consiglia inoltre di tenere al riparo i dispositivi elettronici per non danneggiarli, lasciare a casa gli animali domestici per non stressarli e, soprattutto, rispettare chi custodisce questa tradizione, tramandata attraverso le generazioni grazie all’impegno e alla dedizione di associazioni locali, gruppi Krampus e volontari. Come risalire dunque dalle coste triestine, miti benché sferzate dalla Bora, attraverso il Friuli, fino a Tarvisio, pressoché ai confini con l’Austria?
Spoiler: il treno storico ha già registrato il tutto esaurito, ma vale comunque la pena di continuare a leggere, poiché ci saranno anche i treni consueti per andare a Tarvisio senza rinunciare al calore di un paio di vin brulé. La soluzione migliore è il regionale in partenza alle 12.22 da Trieste Centrale e in arrivo alle 14.10 a Tarvisio Boscoverde (18,50 euro). C’è un treno prima, ma ha un cambio, e uno dopo, ma arriva tardi, dopo le 18. Le opzioni di ritorno normali partono da Tarvisio Boscoverde alle 17.49 (due cambi; 18,50 euro; arrivo a Trieste Centrale alle 21.10) e alle 20.05 (un cambio; 20,80 euro; arrivo a Trieste Centrale alle 22.44). Boscoverde e il centro di Tarvisio sono connessi da autobus: non tantissimi ma sufficienti. Per consultarli la cosa migliore è scaricare la app di Tpl Fvg (il consorzio del trasporto pubblico). Quanto al treno storico, si possono prendere appunti per la prossima volta. Si tratta di una locomotiva elettrica con carrozze Centoporte degli anni ’30 e bagagliaio, messa a disposizione dei passeggeri grazie alla collaborazione tra Fondazione Ferrovie dello Stato e PromoTurismo FVG. Parte da Trieste Centrale alle 11.10, si ferma a Monfalcone, Gorizia e Udine, arriva a Tarvisio Boscoverde alle 14.10 (da lì, apposite navette). Al ritorno: la locomotiva lascia Boscoverde alle 19.25 e arriva a Trieste alle 22.20. Il costo, inclusivo di una cena al sacco, è di 10 euro per gli adulti; 5 per bambini e ragazzi; gratuito per gli infanti sotto i quattro anni di età.
Ma chi sono San Nicolò e i Krampus? Il vescovo di Myra ha bisogno di poche presentazioni a Trieste. I Krampus sono ben più misteriosi: tutti gli studiosi ne ammettono l’incertezza delle origini e tutti ne sottolineano l’aspetto demoniaco, per metà antropomorfo e per metà caprino. Se ne trova traccia quantomeno in Austria, Germania, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, provincia di Belluno e in numeroso Paesi slavi. Un articolo del 2017 su Vaticano.com, che ha il pregio di citare come fonte diretta l’Associazione per i Festeggiamenti di San Nicolò e dei Krampus di Tarvisio, riferisce la seguente versione. C’era una volta tra i giovani l’usanza di coprirsi con pellicce e corna di animali per sopravvivere alle carestie invernali montane. Così conciati, andavano a fare razzia di scorte nei villaggi vicini. Dopo un po’, i ladri per necessità si accorsero che tra loro c’era un impostore più truffaldino: e cioè Satana in persona, che si era confuso tra i giovani grazie al suo aspetto. Fu chiamato allora il vescovo, San Nicolò, che sconfisse il diavolo, e poi si fece accompagnare lungo le vie dei paesini dai giovani. Da allora i ragazzi nella ricorrenza di San Nicolò si travestono da demoni, non più per rubare, ma per portare doni ai bimbi buoni e punire con frustate quelli cattivi. Anche il Rifugio Averau (Cortina d’Ampezzo) è edotto. Sottolinea le origini pagane e pre-cristiane dei Krampus citando uno scritto (1958) del giornalista e antropologo, Maurice Bruce, e uno studio antropologico (1975) di John J. Honigmann. “San Nicola è diventato popolare in Germania intorno all’undicesimo secolo”, scrive ad esempio Honigmann: “Maschere di diavoli che agiscono in modo aggressivo e infastidiscono le genti sono conosciutie in Germania almeno dal sesto secolo. Le comunità austriache che abbiamo studiato sono ben consapevoli degli elementi pagani mescolati agli elementi cristiani della festa di San Nicola e di altre tradizionali cerimonie invernali. Credo che i Krampus derivino dalla venerazione di un dio pagano, che è stato assimilato al diavolo cristiano”. Potrebbe essere l’antico Cernunnos, trovato raffigurato nelle incisioni rupestri della Val Camonica, e in seguito molto probabilmente latinizzato nel dio Silvano (Silvanus). Il sito Old European Culture cita tradizioni celtiche e slave; suggerisce l’ipotesi che i Krampus non fossero malvagi ma raffigurazioni degli antenati e dei defunti; che avessero la funzione apotropaica di scacciare gli spiriti maligni.
[l.g.]



