San Leonardo, da giardino ad arena: è scontro con Laudani
L’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani, al centro del dibattito sul Giardino San Leonardo e la collaborazione con la Johns Hopkins University. Nel consiglio comunale di venerdì 25 luglio, l’assessore non ha risparmiato stoccate agli oppositori, riferisce la Dire: “Una vicenda strumentalizzata da chi è in cerca di una seconda giovanezza politica e da ‘paladini della moralità ambientale’ o ‘hippie fuori tempo massimo”, puntando il dito contro chi, a suo dire, “produce ad arte fake-news, prova a sfruttare il disagio e le legittime preoccupazioni delle persone per un pugno di voti, per uscire dall’oblio politico e ritrovare, dopo tanti anni, un posto al sole.” Non solo: Laudani ha attaccato anche chi “in modo parassitario, sfrutta l’energia ribelle delle giovani generazioni, il loro legittimo malcontento verso di noi adulti”.
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“Il parco resterà pubblico”
Laudani ha cercato di placare gli animi, fornendo rassicurazioni: “Le 17 panchine circolari, le quattro panche, i nove set di tavoli e panche previste nella proposta progettuale dei promotori del patto di collaborazione, sono tutte a libera fruizione. Nessuno a uso esclusivo di Johns Hopkins. Il parco è pubblico e resterà tale”.
Giardino San Leonardo, Laudani: “Proteste basate su fake news, ci saranno più alberi. Non vogliamo un altro caso Besta”
“Non è previsto l’abbattimento del melograno, ma di tre allori non tutelati. Comunque, nella proposta progettuale è prevista anche la piantumazione di un alloro. Insomma, non corriamo alcun rischio di cambiare la toponomastica di via Belmeloro. La storia è salva”, ha affermato, rispondendo al consigliere ambientalista Davide Celli che aveva ipotizzato un secondo “caso Besta”, il contestato progetto di ricostruzione della scuola di viale Aldo Moro.
“Vogliamo confrontarci”
L’assessore ha poi commentato lo striscione “il San Leo è di chi lo vive”, esposto durante le proteste. “Non mi interessa qui sottolineare se chi ha scritto quello striscione e oggi si autonomina depositario della difesa del giardino, probabilmente non l’abbia mai frequentato e lo veda come tappa di un tour elettorale o un mezzo per portare avanti una polemica universale contro questa amministrazione – e sottolinea – con i frequentatori cittadini residenti e associazioni del territorio vogliamo confrontarci, vogliamo confrontarci anche con la comunità studentesca e i collettivi studenteschi che animano la zona. Non riesco a immaginare una futura gestione-fruizione del giardino senza anche il loro protagonismo” ha assicurato Laudani.
“La conservazione prende il nome di conservatorismo, difesa dello status quo e del privilegio di chi una casa ce l’ha, magari nei boschi o in collina, di chi ha già sotto casa del verde e non vuole perdere un posto auto per non fare la fatica di fare due passi a piedi. Non so se sia così per tutti quelli che si fanno paladini della moralità ambientale urbano e poi, quando vedono a rischio la valorizzazione di un proprio immobile, si allineano agli amici dei condoni e della deregolamentazione selvaggia”.
Infine, Laudani ha toccato temi come gli “assalti psichici” e lo “sballo a base di crack”, fenomeni che “oggi non hanno nulla della carica eversiva e anti-sistemica che potevano avere negli anni ’60. Per dirla con Marx, non afferrano il presente e non mutano lo stato delle cose”. L’assessore ha ammonito le giovani generazioni a non cadere “nel gioco di chi vi vuole dei reietti politici, forme del degrado o, peggio ancora, portatori d’acqua inconsapevoli di chi vuole, in fondo, uno strapuntino nel sistema decadente della rappresentanza politica”.
“Nemico nella lotta per il popolo palestinese?”
Sul legame con Johns Hopkins e le sue presunte connessioni con il governo israeliano, Laudani si è interrogato: “se oggi, di fronte all’ondata autoritaria globale che stiamo vivendo, che, specialmente negli Stati Uniti, attacca frontalmente il sistema della formazione universitaria accademica tout-court, il nostro nemico siano oggi le Università americane. Siamo davvero sicuri che oggi è il mondo accademico il nostro nemico principale nella lotta per il popolo palestinese e nella difesa della democrazia, dei diritti e della giustizia globale?” L’assessore ha ribadito che la proposta di Johns Hopkins è ancora aperta al dialogo: “C’è tutto lo spazio per rivedere il progetto e migliorarlo, a partire dai bisogni e le istanze di chi vive il parco”.
“Dimissioni immediate”
Dall’altra parte della barricata, le reazioni non si sono fatte attendere. Rifondazione Comunista ha chiesto le dimissioni immediate dell’assessore Laudani. Riccardo Gandini, segretario del partito, ha dichiarato: “Dopo un comportamento del genere in Consiglio, in cui invece che rispondere nel merito non solo si nega l’evidenza del progetto ma si insultano e sbeffeggiano i cittadini, si dovrebbero dare le dimissioni immediate altro che citare a sproposito Marx”.
Ilaria Falossi, portavoce dei Giovani Comunisti, ha rincarato la dose: “Chiunque abbia letto le (poche) carte disponibili sul progetto, può solo prendere atto che l’attuazione della proposta di patto di collaborazione prevederebbe nella sostanza un ingiusto vantaggio in capo alla Johns Hopkins, che è e rimane una multinazionale privata” Falossi ha insistito: “Come spiegato dal comitato, non solo il progetto non ha niente a che fare con i patti di collaborazione ma la presenza di un dehors configura una violazione del regolamento per l’occupazione di suolo pubblico, un esonero di fatto dal pagamento delle imposte previste”.
Comitato: “Privatizzazione strisciante da manuale”
Il Comitato San Leonardo ha definito le parole di Laudani “inaccettabili”, sottolineando come il progetto non sia stato “mai discusso pubblicamente, né in sede di Quartiere, né con la cittadinanza”.
Per il Comitato, l’amministrazione “ha preferito condurre il percorso in modo opaco, favorendo un soggetto privato, la Johns Hopkins University, che, stando ai documenti ufficiali e alle dichiarazioni pubbliche, otterrà uno spazio in cui esercitare attività commerciale, in particolare attraverso un dehors per la propria caffetteria”. E nonostante Laudani “continui a ripetere che diffondiamo fake news e che non ci sarà alcuna privatizzazione del giardino, ribadiamo con forza che, se il progetto verrà attuato come da documenti visti e attualmente disponibili, si tratta di una privatizzazione strisciante da manuale: uno spazio pubblico viene ‘riqualificato’ con risorse esterne, a fronte della concessione di un uso stabile e funzionale a un soggetto privato, senza alcuna gara pubblica e senza il pagamento dei canoni previsti dai regolamenti comunali, e le continue modifiche del progetto – evidentemente introdotte per cercare di contenere le critiche – confermano l’improvvisazione con cui il comune sta gestendo la vicenda”.
“Paradossale sentire ripetere che ‘non ci sono soldi’ per il giardino – continua il comitato – quando le alberature in vaso collocate in diverse piazze della città per fare ombra dimostrano che le risorse esistono e vengono impiegate altrove”, il problema, dunque, sarebbe “la mancanza di trasparenza, confronto e volontà politica nel coinvolgere la cittadinanza nelle scelte che riguardano il giardino di San Leonardo”.
Per tutti questi motivi, il Comitato torna a chiedere “un’assemblea pubblica, aperta a tutte e tutti, per discutere in modo trasparente e collettivo del futuro del giardino di San Leonardo, che deve restare uno spazio pubblico curato, accessibile e sottratto a qualsiasi forma di privatizzazione opaca”.
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